Per Francesco D’Onofrio fare parte dei 35 saggi per le riforme nominati dal governo Letta è “come un Leone alla Carriera”. E la carriera in materia di riforme dell’ex ministro della Pubblica istruzione e storico esponente dell’Udc (nonché blogger di Formiche.net) è molto lunga. Inizia con la commissione De Mita-Iotti nel 1993, prosegue con la Bicamerale di Massimo D’Alema del ’97 e ancora con il gruppo di esperti di Lorenzago del 2005. Lì in Veneto venne redatta una riforma costituzionale. poi bocciata dal referendum del 2006.
Professore, speriamo non capiti la stessa cosa anche questa volta…
Speriamo di no ma è indicativo che gli stessi temi riemergano con forza oggi. La nostra è una sfida che mi onora ma è estremamente difficile.
Come ha saputo della sua nomina? L’ha chiamata Letta?
Avevo dimostrato il mio interesse al progetto ma sapevo che c’era un problema perché l’Udc non ha gruppi parlamentari in Parlamento. Ma alla fine non ci sono stati veti sul mio nome. E la notizia me l’ha comunicata Pier Ferdinando Casini.
Conosce già i suoi colleghi “saggi”?
Esperti, non saggi. Certo, ne conosco già molti, soprattutto per il fatto che ormai sono un veterano della stagione costituzionale delle riforme. Noi però siamo il primo vagone, a cui seguono quello dei lavori parlamentari e poi del referendum al termine del percorso.
Domani appuntamento al Quirinale per cominciare.. e poi? C’è già un calendario o una suddivisione di ruoli?
Sì, domani siamo stati convocati al Colle alle 17.30. E il posto non è casuale visto che proseguiremo il lavoro dei dieci saggi nominati dal Presidente Napolitano. Per quanto riguarda le suddivisione dei compiti deciderà il ministro Quagliariello domani. Noi daremo solo un’indicazione complessiva di preferenza. Il tempo l’ha indicato lo stesso capo dello Stato: 18 mesi.
Uno dei temi da affrontare sarà sicuramente quello del presidenzialismo. Lei che posizione ha in merito?
Io ritengo preferibile il sistema tedesco con un cancelliere piuttosto che quello semipresidenziale francese. Ma ci sarà un ampio e pacato confronto su questi temi. Noi non siamo tifosi di una o l’altra soluzione. In questa materia ci vuole una grande competenza tecnica e una forte sensibilità politica. Spero di essere all’altezza.
C’è chi dice che le riforme costituzionali interessano poco agli italiani alle prese con la crisi e la disoccupazione…
Trovo assurdo questo argomentare, la questione delle riforme e quelle del lavoro e dell’economia non possono andare avanti contemporaneamente? Io credo proprio di sì.