Twitter è l’unico tra i colossi di internet assere uscito indenne dallo scandalo Prism, il programma di monitoraggio con cui, negli Usa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza può setacciare i server dei principali nomi del settore ed estrarre chat audio, video, fotografie, e-mail, documenti e log di connessione di cittadini non statunitensi all’estero.
Nomi come Apple, Facebook, Skype, Microsoft, Google, Yahoo negano ogni coinvolgimento diretto. The Next Web analizza le frasi dello stesso Washington Post. In un passaggio dell’inchiesta che ha svelato la pervasività della sorveglianza statunitense in nome della sicurezza, si sottolinea come le possibili discrepanze tra le slide su Prism, che proverebbero il coinvolgimento dei big della rete e le smentite dei portavoce delle società della Silicon Valley, possano essere frutto di un errore del funzionario che ha lavorato alla presentazione.
Brian Fung su The National Journal ipotizza anche che soltanto alcuni all’interno delle aziende fossero a conoscenza di questo passaggio di informazioni.
Il perché a Twitter non sia stato chiesto di partecipare al programma non è chiaro. Forse perché non ha una mole tale di dati privati sui propri utenti come invece hanno Google o Facebook. Secondo Chriss Saad, segnalato dal programma Alaska di Radio Popolare: “I dati di Twitter analoghi a quelli raccolti dalla Nsa sono già pubblici e non hanno bisogno di essere consegnati”.
Comunque sia, scrive Quartz, tra i primi a evidenziare l’assenza della piattaforma di microblog dalla lista delle società coinvolte, agli occhi degli statunitensi questo sarà un merito. La società si sta però preparando all’Ipo e potrebbe subire le pressioni dei governi che chiedono maggiore collaborazione nel ricevere informazioni.