Liberali di tutt’Italia, uniamoci. E’ l’appello che lanciano associazioni e movimenti della galassia liberal-liberista, come ha rivelato ieri Fabrizia Argano su Formiche.net con indiscrezioni, informazioni e nomi, in vista dell’appuntamento di giovedì a Roma promosso dall’avvocato Alessandro De Nicola, presidente dell’Adam Smith Society, nonché uno dei fondatori di Fare per fermare il declino. Obiettivo: costituire Italia Aperta.
Perché Italia Aperta? Che cos’è?
E’ un’associazione un po’ diversa dalle altre, perché riunisce le persone su fatti concreti, vale a dire i provvedimenti pubblici. Tutti possono lavorare su questi temi, da chi opera nel più piccolo comune a chi si occupa dei regolamenti Ue. Verrà data una pagella di efficienza e competitività secondo gli indici della Banca Mondiale, ovviamente adattati all’Italia. Sono molto grato agli amici che con me hanno dato vita all’iniziativa, Pietro Ichino in primis.
Lei parla di associazione, ma sembra quasi un movimento politico, o sbaglio?
E’ politico nel senso anglosassone di policy, non di politics, cioè di politiche e non di politica politicata. Ovviamente Italia Aperta ha una prospettiva liberale, crede nell’efficienza dell’economia di mercato, della concorrenza e della libera iniziativa, nello Stato di diritto e nei diritti di libertà, civile, politica, economica.
Semplifico: con questa iniziativa lei vuole fare da catalizzatore per movimenti e associazioni liberali e liberisti. Ma non basta Italia Futura?
Catalizziamo individui, non associazioni. Italia Futura ha un ruolo e una missione diversa, più a tutto campo e la presenza di Nicola Rossi, Irene Tinagli e Stefania Giannini è la miglior testimonianza che non c’è sovrapposizione.
Ma lei pensa davvero che con austerità e recessione siano molti gli italiani che gradiscono meno Stato e meno spesa pubblica?
Che gli italiani si sentano oppressi dalle tasse, dalla burocrazia, dagli sprechi e dal ginepraio di leggi e leggine che soffocano lo sviluppo penso sia un fatto dimostrabile da un semplice tragitto in tram sentendo parlare la gente, non c’è bisogno di un trattato sociologico.
Sarà. Mi perdoni una malignità. C’è chi dice: De Nicola dà vita a Italia Aperta perché la coabitazione con il leader eletto di Fare, Michele Boldrin, ora alla guida del movimento ultra liberista fondato anche da Oscar Giannino si sta rivelando impossibile. Vero, falso o verosimile?
Falso. Fare è un partito politico, noi no. Le porte sono aperte, anzi spalancate a tutti gli aderenti e i dirigenti di Fare (e ne abbiamo già molti) e speriamo che le nostre pagelle siano da loro utilizzate come strumento di policy. Io continuo a pubblicare i miei articoli sul sito di Fare e quando mi chiamano sono sempre disponibile. Tuttavia, le mie radicate convinzioni sulla necessità di aggregare chi porta istanze pro-mercato al di là degli steccati di partito sono, come si dice in linguaggio giuridico, fatto notorio, nemmeno bisognoso di prova.
Ultima domanda: appoggerà gli appelli e i manifesti a favore del presidenzialismo?
Non sono d’accordo al 100% con la proposta Guzzetta, ma nel complesso mi piace e trovo che il doppio turno alla francese in Italia abbia dimostrato di funzionare molto bene nei comuni. Con le opportune garanzie di check and balances è un ottimo sistema, meglio del Porcellum, del Mattarellum e del Provincellum. E, come direbbe Peppino De Filippo, ho detto tutto.