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Siria e Medioriente, spicca l’ipocrisia dell’Europa

Per gentile concessione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Pierluigi Magnaschi sul quotidiano Italia Oggi

Impermeabili alle dure repliche della storia (l’abbattimento per via militare del regime di Gheddafi in Libia ha reso ingovernabile questo paese colmo di petrolio e lo sta preparando all’egemonia degli estremisti di al Qaeda), gli occidentali stanno adesso ripetendo lo stesso copione contro Assad, in Siria. Non è che questo Assad sia un santerellino. Anzi. È un violento criminale. Solo che non sono santerellini nemmeno i ribelli che hanno preso le armi contro di lui. Questi ultimi infatti non sono cittadini indignati ma rivoltosi organizzati da al Qaeda e sostenuti, in vario modo, dai paesi occidentali che, liberi dal principio di «non contraddizione» da una parte combattono al Qaeda in Afghanistan mentre la sostengono in Siria.

È giusto e opportuno che l’Occidente entri in una guerra civile e si schieri con una parte contro l’altra? Quando poi si dice Occidente si parla anche di Paesi ex grandi, privi di risorse militari adeguate (leggi Francia e Gran Bretagna) che reclamano ad alta voce l’intervento militare «occidentale» ben sapendo che, dietro questo termine («occidentale») si deve leggere «americano». Infatti, se gli statunitensi stanno fermi, questi paesi guerrafondai, con la bocca e con le armi e i soldi degli altri, se ne stanno nella loro cuccia ad abbaiare alla luna.

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