Tra una sentenza e l’altra, ieri quella clamorosa sul processo Ruby, giovedì quella della Cassazione sul lodo Mondadori, il Pdl prova a fare quadrato attorno a Silvio Berlusconi e a individuare la strategia giusta per sopravvivere alla “persecuzione giudiziaria”.
Domani si riunisce la direzione del Pdl e lo scontra tra falchi e colombe si farà sentire. L’ala più moderata spinge per la durata del governo Letta, magari offrendo la fedeltà del Pdl in cambio di una riforma della giustizia considerata “imprescindibile” (questo trapela dalle indiscrezioni del vis a vis tra il Cav. e il premier di oggi).
L’ala più oltranzista del Pdl vuole invece far saltare il tavolo del le larghe intese e tornare al voto con il nemico “magistratura” come spauracchio da combattere e i sondaggi che comunque tengono.
Ed è forse per questo fronte che fa il tifo Matteo Renzi. Sì, il sindaco ha sempre giurato “fedeltà” all’amico Enrico ma se l’irresistibile sfida contro Berlusconi dovesse arrivare in anticipo, sarebbe certamente gradita. Tanto più che con i sondaggi che lo fotografano alle stelle e un Pd che sembra finalmente sostenerlo, “Matteo” potrebbe riuscire, come ha sempre detto, a mandarlo “in pensione e non in galera”.