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I furbetti sono arrivati anche al parlamento europeo

Continuano i casi di “furbizia” da parte di alcuni esponenti politici che, pur di non perdere i propri benefici, sono disposti a scomodarsi per arrivare alle 18.30 a lavoro.

Accade al Parlamento Europeo, dove Tom Staal,  un giornalista della webtv GeenStijl.nl intervista un europarlamentare del PDL, certo Raffaele Baldassarre. La reazione del deputato è violenta e inaudita.

Staal chiede con molta gentilezza per quale motivo è arrivato a fine giornata: “non è un po’ tardi per arrivare a lavoro?” gli chiede ironico. Gli domanda se è per la diaria (300 euro di rimborso per le spese che avrebbe dovuto sostenere per la giornata di lavoro). Baldassarre cerca di fuggire fingendo di non capire, poi esplode in gesti d’ira, ovviamente colpito sul sensibile.

La furberia è arrivata anche al Parlamento Europeo, mi domando se non è il caso che vengano riviste le regole anche per gli eurodeputati. Nel caso Baladassarre sarebbe opportuno che il partito di riferimento verificasse le presenze e l’attività svolta. La politica non è uno spazio per far soldi sulle spalle dei cittadini, è un servizio e un sacrificio che si fa per il bene comune. Ma questo è solo uno dei tantissimi casi di “accattonaggio” e purtroppo non sarà nemmeno l’ultimo.

Reagire con tanta violenza è sinonimo solo di assenza di argomenti, anzi di ammissione di colpa. A poco valgono le scuse dell’eurodeputato e soprattutto il goffo tentativo di giustificarsi. Dal video si vede chiaramente che non ha affatto risposto alle domande dell’intervistatore, e per quanto comprensibili si possa essere rispetto a notizie personali ricevute, niente giustifica reazioni di tale violenza, specialmente da parte di un rappresentante del popolo italiano. Infatti, Baldassarre non rappresenta se stesso, rappresenta l’Italia e ogni gesto o parola non ponderata e ogni furberia grava direttamente sull’immagine che gli altri hanno degli italiani.

L’intervistatore ha esagerato? Non mi è sembrato. Ha fatto domande complesse? No, era un si o un no che si poteva rispondere, e se c’era la volontà anche argomentare. Ma evidentemente gli argomenti non c’erano.

Anche per casi come questo ci si dovrebbe dimettere. Dopotutto, se la Ministra Idem si è dimessa per non aver pagato l’ICI, pare per errori del proprio commercialista, non vedo perché uno che prende soldi senza lavorare, debba essere un’eccezione.


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