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Iva, Irpef e Irap. Il gioco delle tre tavolette fiscali di Letta e Saccomanni

Chissà come giudicherà il decreto del governo, che rinvia di tre mesi l’aumento dell’aliquota Iva, l’ufficio studi della Banca d’Italia. Magari gli economisti di Bankitalia avranno qualche benevolenza verso un ministero che vede ora al vertice esponenti di rilievo che provengono ora da Palazzo Koch, come Fabrizio Saccomanni e Daniele Franco, rispettivamente ministro dell’Economia e Ragioniere generale dello Stato. Comunque con altri esecutivi il giudizio sarebbe stato senz’altro negativo visti i giudizi del passato su provvedimenti del genere.

Certo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, si è affrettato a rassicurare che non sono previsti incrementi tributari per coprire il rinvio dell’aumento della aliquota Iva. Sarà.

Però almeno l’intervento previsto dalla bozza sulle sigarette elettroniche è sicuramente una nuova entrata per coprire il mancato introito dell’Iva, come fa notare il Sole 24 Ore. E scorrendo la bozza del decreto, con l’incremento degli acconti per Irpef e Irap, la sensazione è di una sorta di gioco delle tre tavolette fiscali che indica, da un lato, una scarsa fantasia e, dall’altro, una incapacità di individuare tagli di spesa per un miliardo di euro e passa.

Ecco, sicuramente dall’Istituto di Nazionale arriverà al Tesoro quel consueto auspicio di ridurre la spesa più che di incrementare le entrate. O questa volta faranno un’eccezione?


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