Tra tutte le sceneggiature possibili, credo (e temo) che nessun genio cinematografico avrebbe mai potuto pensare ad una vicenda come quella che stiamo vivendo in queste settimane. Nessun film di spionaggio avrebbe potuto ipotizzare una così fitta trama di responsabilità e co-responsabilità, di “patate bollenti” gettate tra le mani di un’amministrazione all’altra nel giro di poche ore e tantomeno avrebbe potuto ipotizzare che la causa di una nuova tensione in stile “guerra fredda” fosse un ragazzo come Edward Snowden, ex dipendente della CIA e oggi uno dei più “ricercati” dall’intelligence americana.
L’argomento è molto delicato e serio. Quello che vorrei evidenziare è che il fatto di essere tutti spiati non è affatto un segreto. Lo stesso Segretario di Stato John Kerry che afferma “Non è inusuale cercare informazioni su altri paesi“. Insomma, le attività di spionaggio sono prassi standard nella politica estera dei Paesi sopratutto dopo l’esperienza della Guerra Fredda. Le vecchie abitudini poi, sono dure a morire. Una risposta ironica la scrive anche Gad Lerner sul suo blog – “A me questa storia degli Usa che spiano i loro alleati sembra la più scontata delle ovvietà”.
Lo scandalo delle intercettazioni e dell’uso di milioni di informazioni da parte degli USA sembra quindi un falso scandalo. Falso, perché a dispetto delle reazioni di sorpresa delle cancellerie europee, questo era risaputo. Stupirebbe, infatti, che i servizi di intelligence nostrani non abbiano mai compreso tutto questo: allora o sono davvero inetti, o sono compiacenti. Opto per la seconda opzione.
Internet è stato elevato a luogo della democrazia e della libertà. Si è creata una vera e propria illusione di onnipotenza attorno a questo strumento. Come se questo spazio non fosse effettivamente gestito da nessuno. Non c’è un demiurgo dietro ad internet, bensì corporation e governi.
Questo internet-centrismo è deleterio. La vita si è trasposta nella virtualità. Nella convinzione, per alcuni, che lì potesse esserci un angolo di mondo segreto e personale. Ma non sono segrete le vicende che parlano della vendita di informazioni personali da parte di FB a imprese private per il loro marketing, così come non sono segrete le collaborazioni (a mio avviso criminose) di Microsoft, Google o Yahoo con governi autoritari, per censurare immagini, video e notizie, sul pretesto di una espansione economica, come sottolineato da Stefano Rodotà.
Insomma, questo datagate mi sembra un falso scandalo. La verità è che siamo controllati e schedati da tempo con il benestare dei nostri governanti. Ciò che mi chiedo è piuttosto perché questo Snowden ha fatto questo. Mi chiedo se non c’è sotto un piano molto ben architettato da USA ed Europa per creare una sorta di confusione e di allarme affinché le popolazioni chiedano maggiore “sicurezza” e questo significa “controllo” da parte di chi deve garantirla, ossia lo Stato. E cosa comporta maggior controllo? Normalmente, minore autonomia da parte degli individui e delle collettività,
Dunque, possiamo credere che goffamente gli USA si siano fatti scoprire con le dita nella marmellata o ipotizzare che questo intreccio di notizie date e poi smentite, queste infiltrazioni e reti di spionaggio internazionale siano in verità altro che il tessuto delle relazioni politiche del nuovo millennio, dove alla rete globale corrisponde anche il controllo globale.