Sicurezza energetica e vantaggi economici. Il gasdotto Tap per il governo Letta rappresenta un’occasione storica e una scelta strategica. Il gas azero arriverà in Europa, passando dalla Grecia e dall’Italia, entro la fine del decennio, ponendosi così come concreta alternativa al colosso russo Gazprom nel Vecchio Continente.
Dopo anni di incertezze e trattative, il consorzio che gestisce l’immenso giacimento di Shah Deniz II, nelle acque azere del mar Caspio, ha infatti scelto il Trans Adriatic Pipeline (Tap), preferendolo al Nabucco Ovest, per inviare il proprio gas ai Paesi europei.
Il commento di Letta
Una scelta che il premier Enrico Letta ha definito ”strategica” per l’Italia, preannunciando una visita a Baku per ringraziare il governo azero, e che Bruxelles considera ”un successo condiviso per l’Europa e una pietra miliare nel rafforzare la sicurezza energetica dell’Unione”.
Chi gestisce il consorzio di Shah Deniz
Il consorzio di Shah Deniz (gestito da Bp e Statoil con quote del 25,5%, insieme Socar, Total, Lukoil, Nioc, tutte al 10%, e Tpao al 9%) ha scelto il Tap, progetto nelle mani degli svizzeri di Axpo e dei norvegesi di Statoil (con il 42,5%), con i tedeschi di E.on (15%) per far arrivare il gas in Europa senza passare dalla Russia. Il tracciato, che sarà lungo circa 870 km, va da Kipoi (cittadina greca al confine con la Turchia), dove il gasdotto si collegherà al Tanap nell’ambito del Corridoio Sud, fino a San Foca, in provincia di Lecce: il gasdotto avrà una capacità di 10 miliardi di metri cubi l’anno, aumentabili al 20. I lavori dovrebbero partire nel 2015, per cominciare ad aprire i rubinetti nel 2019 facendo arrivare il metano in Italia e, da qui, in Europa.
Il progetto Nabucco sconfitto da Tap
A far propendere il consorzio azero per il Tap, che negli ultimi anni è stato in forte concorrenza ‘teorica’ con il Nabucco (l’altro progetto che si contendeva il gas del giacimento Shah Deniz e il cui tracciato prevedeva l’attraversamento della Romania), secondo il presidente di BP in Azerbaijan Al Cook, sono stati ”fattori commerciali, inclusi i costi per portare il gas al mercato e i prezzi”. Insomma, passare da Grecia e Italia, dove i prezzi del gas sono più alti, è più conveniente che scegliere la rotta balcanica, teatro del Nabucco.
La riduzione della bolletta e la realizzazione dell’hub del gas
“Non ci sono azionisti italiani in Tap, ma l’interesse del governo e dell’Autorità per l’Energia sono la dimostrazione del ruolo che l’Italia attribuisce a Tap per la realizzazione di un hub del gas come previsto dalla Strategia energetica nazionale (Sen)“, spiega in una conversazione con Formiche.net Giampaolo Russo, Country Manager TAP Italia.
“Si prevede una riduzione della bolletta di 6 miliardi e mezzo, di cui buona parte è riconosciuta a Tap come struttura, portando il gas dal Mar Caspio”. E a prezzi più appetibili, l’unico modo per conquistare il mercato italiano. “Come ha riconosciuto anche il premier Enrico Letta in occasione del Consiglio europeo che si è tenuto a Bruxelles la settimana scorsa, il gasdotto è un’occasione di sviluppo per il Paese”, commenta Russo.
L’importanza per la Grecia
Soddisfatto anche il premier greco Antonis Samaras, secondo cui si tratta della ”più importante evoluzione positiva per il Paese negli ultimi dieci anni”. ”Ora abbiamo un nuovo partner per il gas e ho fiducia sul fatto che riceveremo più gas in futuro”, ha infine dichiarato il commissario Ue all’energia, Gunther Ottinger.
Ecco il video della trasmissione Otto e Mezzo, in cui il presidente del Consiglio, Enrico Letta, parla di TAP – Trans Adriatic Pipeline.