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Matteo Renzi capo della corrente più strutturata del Pd. La versione di Chiara Geloni

Matteo Renzi che si scaglia contro i ‘capicorrente romani’? Fa sorridere perché il sindaco di Firenze è a capo della corrente al momento più strutturata del Pd”. Parola di Chiara Geloni, direttore di Youdem, che a Formiche.net commenta le ultime parole di Renzi e i subbugli che agitano Largo del Nazareno in versione precongressuale.

Renzi ha ragione o fa la vittima quando accusa i “capicorrente romani” di fare “tiro al piccione”?
Renzi fa apertamente battaglia di corrente con iniziative sul territorio, con parlamentari e candidati che si definiscono “renziani”, organizza spesso cene e incontri con i “suoi” uomini. A questo livello non lo fa nessun altro, nessuna corrente è solida e strutturata quanto la sua. Per questo non può dire “A Roma stanno decidendo”, piuttosto “a Roma stiamo decidendo”.

Su Twitter lei ha scritto “Fino a ieri tutti con lui, tranne isolati pasdaran. Ora tutti lì che fanno il tiro al piccione. Se è vero, bisogna dire che è stato abile”. Ci può spiegare meglio?
Era ironico ed era rivolto soprattutto ai miei colleghi giornalisti. Fino a qualche giorno fa, tutto il Pd, tranne qualche isolato e stravagante personaggio, era definito come ormai a trazione renziana. Oggi invece ci sarebbe un patto tra tutti gli esponenti del partito contro di lui. Se fosse così, Renzi sarebbe stato abile a perdere tutto il Pd in due giorni.

Dove sta allora la verità? Quanto è renziano il Pd?
È evidente che chi si candida a una carica così importante dovrà avere degli avversari. Nessuno può pensare che verrà acclamato leader. I plebisciti e le acclamazioni sono pericolose, per questo non è nell’interesse di Renzi che tutti si accodino a sostenerlo, non sarebbe sincero.

Ma dal non sostegno al patto di sindacato contro la sua candidatura, come descritto oggi sul Foglio da Claudio Cerasa, ce ne passa…
Il mondo non ruota attorno a Renzi. Non ci sono complotti né patti contro di lui. C’è una normale discussione politica, ogni esponente può dire la sua e anche Renzi può farlo senza accusare gli altri di cospirare contro di lui. Comunque preferirei misurare il mondo con altri schemi come il concetto di partito, i programmi, le idee. In questa direzione si muovono Fabrizio Barca, Gianni Cuperlo, il documento “Fare il Pd”. E’ Renzi a parlare solo di regole.

Renzi farebbe bene a non candidarsi come segretario, seguendo i consigli di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere?
Dipende da lui. Se, come sembra a volte, questa non è la sua vocazione, non lo faccia. Al Pd non serve un segretario contro voglia.

Quando Renzi dice “Non chiederò il permesso” prefigura uno scenario di rottura nel Pd?
Non credo, Renzi vuole bene al Pd, starà dentro al partito. Ciò che gli consiglio è pero di “maneggiarlo” con cura. Può capitare che quando si trascende troppo nello stile, si possono far scoppiare guerre per sbaglio. È responsabilità di chi si candida a guidare un partito, stare attento a ciò che le sue mosse provocheranno nel partito stesso.

Ma i bersaniani e i dalemiani sono davvero ai ferri corti come dicono?
Non so perché si pensa sempre che i Ds debbano essere uniti, vedremo. In realtà chi starà con chi si deciderà più avanti, non c’è ancora nulla di definitivo in termini di candidature e di scelte. Il Pd non è più un partito di ex.

Quando sarà più chiaro il quadro?
A fine mese o anche a settembre, molto dipenderà dalle conclusioni che saranno prese dalla commissione per il congresso. Una volta chiarito il calendario, anche la discussione e le decisioni si velocizzeranno di conseguenza.



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