Nonostante i media portoghesi diano più spazio e visibilità all’impasse diplomatica con la Bolivia a causa della vicenda Datagate, il governo in Portogallo è in crisi. Nel giro di 24 ore hanno presentato le dimissioni il ministro degli Affari esteri, Paulo Portas – uno dei uomini più forti della politica portoghese e leader del Cds, pietra angolare della coalizione del governo – e Vitor Gaspar, ministro delle Finanze, la “mente” dietro alle politiche di riforme.
Il premier Pedro Passos Coelho ha convocato d'urgenza una riunione con i principali partiti, ma prima di entrare è stato categorico: non si dimetterà come gli ha chiesto Portas.
“Il senso dello Stato deve essere al di sopra di tutto questo. Sappiamo affrontare le difficoltà. E fare in modo che i sacrifici di tutti i portoghesi non siano vani”, ha detto il premier secondo il quotidiano Diário de Noticias. Ma senza l’appoggio dei 24 deputati del partito di Portas, il governo di Passos Coelho è ad alto rischio.
Antecedenti della crisi
Passos Coelho è arrivato al potere a giugno del 2011 dopo le elezioni legislative. L’appuntamento elettorale era stato anticipato dopo che i socialisti avevano riconosciuto il fallimento della politica economica e hanno chiesto al Fondo Monetario Internazionale e all’Unione europea il riscatto in tre anni di 78.000 milioni di euro.
Secondo il quotidiano portoghese Publico, Gaspar – il primo ministro dimissionario – ha ammesso di essere incapace di raggiungere gli obiettivi prefissati e che la sua credibilità è fortemente danneggiata a causa del mancato sostegno dell’opinione pubblica.
Mantenere le promesse
Intanto, la Commissione europea ha chiesto a Lisbona di “mantenere il ritmo delle riforme” per consolidare le finanze pubbliche, nonostante l’uscita di Gaspar.
Le dimissioni dei due ministri avvengono in un momento delicato per il Portogallo: il governo si è impegnato per realizzare una serie di riforme con l’Unione europea, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea entro il 15 luglio per un taglio di 4.700 milioni di euro della spesa pubblica.
Il crollo della Borsa
Secondo il quotidiano Jornal, la crisi di governo ha provocato il crollo della Borsa di Lisbona. L’indice di riferimento è caduto del 6,2% in apertura, mentre il debito superava l'8%, la cifra più alta da novembre del 2012. Lo spread è salito a 653,60 punti.