Ha un volto preciso l’ultimatum delle forze militari a Mohamed Morsi. E’ quello del generale Abdel Fattah al-Sisi, la cui foto in uniforme occupava il piccolo schermo durante la diffusione in tv della richiesta di dimissioni al presidente egiziano. Capo dell’esercito, al-Sisi è considerato l’uomo forte di questa fase caotica della vita politica egiziana.
L’attuale ministro della Difesa ha lavorato in questi anni per dissipare i timori della gente di un ritorno al potere di una giunta militare, come era accaduto subito dopo la caduta di Hosni Mubarak. Al contempo però, nella crisi attuale, ha offerto all’esercito il ruolo di garante delle decine di migliaia di persone che protestano contro Morsi. E’ al-Sisi che ha mandato in volo gli elicotteri militari con la bandiera egiziana per “proteggere” dall’alto piazza Tahrir ricevendo in cambio l’ovazione dei manifestanti.
Nato al Cairo nel 1954, diplomato in scienze militari all’accademia, ha frequentato scuole militari britanniche e americane. Considerato uomo devoto all’Islam, è stato dapprima accusato di essere troppo vicino al movimento dei Fratelli musulmani. Ma al tempo stesso è cosa nota la sua ammirazione per l’ex presidente nazionalista Nasser. Una ambiguità politica che, nella forte contrapposizione fra i militanti pro e contro Morsi, gli ha regalato un ruolo di primo piano nella fase di transizione del Paese.