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Bce, le parole dolci di Draghi eccitano i mercati

Svolta, svolta e ancora svolta. La mossa del governatore della Bce, Mario Draghi, viene definita storica in Europa e non solo. Il numero uno dell’Eurotower ha annunciato infatti che la politica di Francoforte resterà ancora accomodante, con “i tassi che rimarranno ai livelli attuali, o più bassi”. Un’apertura forte all’ipotesi di tassi negativi, ma più volte richiamata anche negli scorsi mesi e che  si scontra con una realtà che Draghi stesso si è affrettato a definire in miglioramento. Una botte al cerchio e l’altra alla botte, insomma, ma quanto basta a gasare le Borse europee.

Tassi invariati, per ora

Il Consiglio direttivo dell’Istituto di Francoforte ha preso l’iniziativa senza precedenti di annunciare che si attende di mantenere “tutti i tassi di interesse chiave ai livelli attuali, o più bassi, per un protratto periodo di tempo”. Le parole ripetute più volte da Draghi segnano un cambiamento di rotta radicale rispetto alla linea che fino ad ora la Bce aveva osservato su questo versante, affermando che non intendeva impegnarsi preventivamente in alcuna direzione.

L’esultanza delle maggiori piazze europee

L’annuncio di una prosecuzione della linea monetaria accomodante, come negli Stati Uniti, era quello che i mercati si attendevano. Così come il mantenimento dei tassi invariati allo 0,50%. Ma ai mercati, evidentemente, serviva un’altra buona pacca sulla spalla, di fiducia. “Oggi il Consiglio direttivo ha iniettato una propensione (bias) ribassista sui tassi di interesse”, ha riconosciuto lo stesso Draghi. E l’effetto sui mercati è stato immediato. Le Borse sono balzate e le tensioni sui titoli di Stato dei Paesi periferici si sono attenuate. Nel pomeriggio a Milano il Ftse-Mib segna un vigoroso più 2,70 per cento, Parigi si attesta al più 2,11 per cento, Francoforte più 1,92 per cento, Londra più 2,71 per cento. Lo spread tra Btp e Bund cala invece a 276 punti base, mentre l’euro scende a 1,2901 dollari laddove stamattina fluttuava attorno a 1,30.

Gli altri fattori importanti che condizionano le Borse

Il sentiment positivo delle Borse, secondo il Financial Times, è stato alimentato anche dal fatto che la crisi egiziana sembra essere rientrata e dalla calma relativa dell’eurozona oggi, dopo il panico che si era diffuso ieri dal Portogallo.

L’economia dell’eurozona in miglioramento

La linea della Bce resterà “accomodante”, e così favorevole alla ripresa economica “per tutto il tempo che sarà necessario”, ha insistito Draghi. Inoltre i recenti dati sulle indagini “hanno mostrato alcuni ulteriori miglioramenti” rispetto ai bassi livelli toccati dall’economia dell’area euro e la stessa linea morbida rafforzata oggi di Francoforte “dovrebbe contribuire a supportare prospettive di ripresa più avanti nell’anno”.

Il parallelo con la BoE

“Questa attesa” del Consiglio direttivo sui suoi tassi di interesse chiave, incluso quello sui depositi custoditi per conto delle banche, ha puntualizzato Draghi, “è basata sull’andamento sommesso inflazione e sulla generale debolezza dell’economia reale”. La decisione di dare questa indicazione rappresenta “un passo senza precedenti” da parte del Consiglio, ha rimarcato lo stesso presidente. Il fatto poi che sempre oggi siano giunte indicazioni simili dal neo governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney è stata invece “una coincidenza”. Un buon asse, comunque, per la Bce. Il neogovernatore della Bank of England Mak Carney, ha confermato infatti una linea accomodante anche in Gran Bretagna.

Le conseguenze dei tassi negativi

Resta quindi in piedi l’ipotesi di portare a livelli negativi i tassi sui depositi che la Bce custodisce per conto delle banche, in pratica una indiretta penalità agli istituti che non li impegnano che dovrebbe stimolare l’afflusso di credito all’economia. “Abbiamo la mente aperta e siamo tecnicamente pronti. E’ tra possibili futuri” e Draghi ha più volte puntualizzato che queste attese sui tassi “riguardano anche i depositi”.

La difesa dagli attacchi per i derivati italiani del Tesoro

Infine il capo della Bce ha ribadito la correttezza dell’uso di contratti di finanza derivata quando era al Tesoro italiano, rivendicando che tutte quelle operazioni erano state vidimate da Eurostat e che non servivano ad “abbellire i conti”. Soprattutto “perché i conti erano già conosciuti”, ha affermato nella conferenza stampa a al termine del Consiglio direttivo.


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