Skip to main content

Accordo Usa-Ue, Obama contro Europa e Wall Street sulla finanza

I pacchi dei top manager della Lehman Brothers del 2007 restano l’incubo della Casa Bianca. Per questo dal 2008 l’amministrazione Obama ha tentato di rafforzare la regolamentazione bancaria, evitando, in una fase critica, altri crac di simile portata. Ma per Washington questi sforzi potrebbero essere messi a rischio dall’accordo di libero scambio con l’Unione europea, i cui negoziati si aprono oggi. E la posizione del governo fa infuriare Bruxelles e Wall Street.

La Casa Bianca si schiera infatti contro Wall Street, scrive il Financial Times, dopo aver resistito alle richieste europee di inserire i servizi finanziari tra i settori da regolamentare con l’accordo.

I timori statunitensi

La preoccupazione di Washington è che l’inclusione dei servizi finanziari nell’accordo possa essere usata dalle banche per aggirare le regole sulla capitalizzazione derivanti dalla legge Dodd Frank del 2010, e come un espediente attraverso cui gli europei potrebbero far slittare le loro riforme. Solo la settimana scorsa il Board della Federal Reserve ha approvato all’unanimità la normativa di Basilea 3 sugli standard patrimoniali bancari. Il governatore Ben Bernanke ha deciso così il via libera al pacchetto normativo finale sul sistema con cui gli Usa intendono rispettare gli impegni di Basilea 3 che fissa requisiti patrimoniali più elevati, così da affrontare altre eventuali crisi con le spalle più larghe rispetto a quanto successo negli ultimi anni.

L’importanza della regolamentazione negli accordi per l’Ue

Ma per Bruxelles quello della regolamentazione finanziaria sembra un capitolo essenziale per l’operazione, una considerazione condivisa dai maggiori gruppi bancari statunitensi che credono che le obiezioni dell’amministrazione Obama siano fuori luogo.

Una possibile rinazionalizzazione delle disciplina finanziaria?

I contrasti seguono il tentativo di Washington di rafforzare la regolamentazione Usa sulle attività finanziarie nelle altre giurisdizioni, specialmente nel settore derivati. La preoccupazione di Bruxelles? I ministri delle Finanze europei temono che una mossa simile possa “rinazionalizzare” i mercati finanziari e costringere l’industria del settore a barcamenarsi tra regole e sistemi confliggenti.

Quello sulla finanza va ad aggiungersi agli altri argomenti critici da trattare nell’accordo Usa-Ue, come la disciplina del settore agricolo, culturale e della regolamentazione della privacy. E la strada è tutta in salita, anche perché il lancio delle negoziazioni è già stato oscurato dalla notizia delle intercettazioni delle istituzioni europee da parte della Nsa americana.

Le frizioni della Casa Bianca con Wall Street

Ma la tensione sull’inclusione dei servizi finanziari è inusuale perché mette Washington contro Wall Street, che invece si è tradizionalmente allineata agli obiettivi della Casa Bianca sul commercio internazionale. “Non siamo d’accordo con le preoccupazioni che l’amministrazione Obama ha sollevato e non pensiamo che siano coerenti con le decisioni che saranno assunte negli altri settori”, ha spiegato Ken Bentsen, presidente del Security Industry and Financial Markets Association, una grande lobby di Wall Street. “Si perderà un’opportunità se questo punto non sarà incluso nel programma e di sicuro noi continueremo a premere perché sia un tema sul tavolo”.

La posizione della Casa Bianca

Nessun commento dal Dipartimento del Tesoro Usa, ma Michael Froman, il rappresentante Usa per il commercio, ha dichiarato lo scorso mese in un’audizione al Senato che la regolamentazione del settore finanziario avrebbe dovuto essere esclusa dalle trattative con Bruxelles. “Non faremo passi indietro durante gli accordi. Non vogliamo indebolire la nostra regolamentazione, la disciplina del Dodd Frank o vanificare gli sforzi fatti negli ultimi quattro anni dall’amministrazione Obama per riformare il sistema”, ha spiegato Froman.

Il fastidio europeo

A Bruxelles intanto si continua a sostenere che inserire questo aspetto nei trattati sarebbe un’opportunità d’oro per creare un sistema più omogeneo, non per scatenare tensioni. “Gli Stati Uniti stanno insinuando che non possono fidarsi del nostro sistema e che intendono applicare solo le loro regole? Bruxelles non vuole indebolire le legislazioni che rafforzano la stabilità finanziaria”, ha detto in una conferenza a Bruegel Nadia Calviño, una dirigente europea nel settore finanziario.


×

Iscriviti alla newsletter