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Egitto, una nuova guerra in nome della Sharia?

In Egitto sembra essere cominciata una guerra. Di carattere religioso. I Fratelli Musulmani hanno comunicato un primo bilancio di 35 sostenitori uccisi negli scontri di questa mattina davanti alla sede delle Guardie Rivoluzionarie al Cairo. Tutti difensori del presidente deposto Mohamed Morsi che partecipavano a una manifestazione davanti al quartier generale delle Guardie egiziane.

Il partito Giustizia e libertà dei Fratelli Musulmani ha lanciato un appello alla “rivolta del grande popolo d’Egitto contro coloro che stanno cercando di soffocare la rivoluzione con i carri armati”. Un richiamo alla comunità internazionale, i gruppi internazionali e “tutti gli uomini liberi del mondo” a intervenire per impedire altri massacri e l’emergere di una nuova Siria nel mondo arabo.

Una Costituzione islamica

Ma cosa difendono i sostenitori di Morsi? Una Costituzione “costata letteralmente sangue e lacrime“. Gli scontri che oggi provoca potevano intuirsi da come era nata. Sembra essere fatta da e per gli islamici.

Quando è stata scritta questa Costituzione, altre sensibilità politico-religiose avevano abbandonato l’Assemblea Costituente argomentando che non erano ascoltati né presi in considerazione. La maggioranza dei Fratelli musulmani e i salafiti era schiacciante.

La polemica è arrivata al punto massimo quando grazie ad un decreto presidenziale (il cosiddetto pacchetto “Super Morsi”) il presidente si è aggiudicato le decisioni fino a quando non sarebbe stata pronta la Costituzione, costringendo gli egiziani ad accettare qualunque proposta.

I rischi della Sharia

Secondo il sito Foreing Policy, l’aspetto più controverso della Costituzione egiziana è quello della Sharia, il diritto islamico. Per i non-islamici la nuova Costituzione egiziana lasciava aperta la porta alle interpretazioni più radicali. Tutti i riferimenti alla legge islamica era generici e potevano avere multiplici usi. Per esempio, la Costituzione attuale ripete nell’articolo numero due un principio di quella del 1971 che considera la legge coranica “fonte principale di qualsiasi legislazione”. E la questione si complica quando per decidere i principi si consegna il potere all’Università di Al Azhar unica autorità che può interpretarla. Un’istituzione dominata dai Fratelli Musulmani.

Il potere militare

Sono anche significativi gli articoli che riguardano i rapporti con l’esercito. L’articolo 197 lascia fuori da qualsiasi controllo le spese militari. Le competenze a riguardo sono nelle mani del Consiglio nazionale di difesa. L’articolo 198, invece, permette il giudizio di civili da parte del tribunale militare quando le accuse danneggiano l’esercito.

L’articolo 48 stabilisce che “la libertà di stampa è garantita, ma sempre che sia d’accordo con i principi base dello Stato e della società”. Una precisazione preoccupante perché la sua interpretazione rischia di sfociare nel radicalismo.


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