Ohibò, che succede al manager impulloverato permanentemente? Sergio Marchionne, pur di stupire le folle, sempre meno adoranti in Italia verso il capo azienda del Lingotto, si contraddice ora con i suoi stessi spiriti animali? Oppure stando al fianco del diplomatico presidente John Elkann non si possono non condividere quelle relazioni sistemiche a lungo aborrite dal manager più americano che non si può? Domande oziose? Mica tanto. Leggere per credere.
Le parole di Marchionne
”E’ strategica, altrimenti non avremmo investito tanto”. E’ quanto ha detto l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo ai giornalisti a margine dell’assemblea degli Industriali di Torino sulla strategia del Lingotto per Rcs.
I salotti buoni? Ottimi
Chissà se le parole del numero uno del Lingotto segnano una svolta nel Marchionne pensiero. Di sicuro, sono in palese contrapposizione con l’opera e le parole del capoazienda della Fiat che in questi anni non ha lesinato rilievi e critiche al capitalismo all’italiana, seppure da un pulpito non troppo autorevole. Ma evidentemente, nel momento in cui la Fiat decide di diventare il primo socio di Rizzoli-Corriere della Sera e non solo in occasione dell’aumento di capitale del gruppo editoriale, il capo azienda non può remare contro l’opera del presidente di Fiat, considerato dagli osservatori il vero regista dell’operazione Rcs oltre che del risiko che fa intravvedere novità prossime venture anche per la Stampa di Casa Agnelli. Per di più, quando l’avanzata Fiat è stata stimmatizzata dall’altro socio di Rcs, Diego Della Valle.
La diatribe Fiat-Della Valle
Con tutta probabilità nel difendere il salotto buono Rcs, definito addirittura strategico dall’uomo delle vetture, Marchionne intende difendere anche la Casa torinese dagli attacchi che anche nei giorni scorsi Diego Della Valle ha rivolto alla Fiat, e non solo per la questione Rcs. Il patron di Tod’s ha spesso criticato il gruppo automobilistico di guardare troppo Oltreoceano e poco al futuro degli stabilimenti italiani di Fiat, che negli anni hanno beneficiato di consistenti sostegni pubblici sotto varie forme, ha fatto notare l’imprenditore marchigiano per invocare una maggiore considerazione per l’Italia da parte del Lingotto.
Le evoluzioni
Ma gli schemi abituali e mentali su schieramenti e salotti buoni sono in evoluzione. Non solo perché sia Mediobanca che Generali hanno deciso che progressivamente allenteranno la presa in partecipazioni non ritenute più strategiche (come ad esempio Telco e proprio Rcs), ma perché secondo alcuni osservatori, come il saggista Giancarlo Galli sentito sabato scorso dal Foglio, uno dei banchieri di sistema per antonomasia, Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, non è escluso che possa fare da sponda all’azione di Della Valle in Rcs senza assecondare troppo, quindi, l’avanzata torinese della Fiat nel gruppo editoriale milanese.