Divorzio o separazione consensuale? Di sicuro non si amano più. Stiamo parlando del Corriere della Sera e di Mario Monti, che per anni è stato l’editorialista principe del quotidiano milanese. Non solo.
Come sottolineato negli scorsi mesi dall’ex vicedirettore del Corriere, Massimo Mucchetti, ora parlamentare del Pd, e da un approfondimento del Foglio firmato da Maurizio Crippa sabato scorso, il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli è stato il mallevadore dell’entrata in politica dell’economista bocconiano, in simbiosi con Luca Cordero di Montezemolo, magna pars dell’azionariato di Rcs, per una sorta di partito della borghesia che potesse ereditare i berlusconiani delusi del Pdl. Da qui, anche, nacque Scelta Civica, invocata e sostenuta dal quotidiano di Rcs.
Poi, complice anche il risultato elettorale e scelte non azzeccate dell’ex commissario europeo, il Corriere della Sera non ha esitato a sottolineare e criticare le defaillance dell’ex premier. Tanto che si è arrivati a un editoriale scritto da Antonio Polito che ha stimmatizzato la richiesta di un vertice di maggioranza – una sorta di verifica di governo in stile Prima Repubblica – che invece di consolidare l’esecutivo delle larghe intese rischiava di minare il cammino del governo Letta, è stata la critica dell’editoriale del quotidiano diretto da de Bortoli.
Proprio a quell’editoriale infatti Monti ha fatto riferimento ieri su Facebook: “Sul piano della comunicazione, è interessante notare come alcuni organi di stampa hanno riportato e commentato la nostra iniziativa. E’ il caso, in particolare, del Corriere, che cito non solo per la sua tradizionale autorevolezza, ma soprattutto perché è ritenuto espressione di quella parte della società italiana che è più attenta alla concretezza, più esigente verso la politica, più insofferente alle manovre e al linguaggio del politichese”.
Monti elenca gli articoli e gli editoriali del giornale milanese che hanno trattato la sua iniziativa, parlando di “commentatori autorevoli formatisi nei meandri della prima e della seconda Repubblica, habitat dal quale non riescono ad uscire mentalmente benché ne invochino di continuo il superamento e che per questo leggono con gli occhiali di allora anche i tentativi di chi si sente parte dell’antica tradizione del loro quotidiano”. Ogni riferimento a Polito è voluto, anche se assente.
Beffardamente ironica la replica che il direttore del Corriere ha affidato a Twitter: “Ringrazio il professor Monti per l’esauriente e impeccabile rassegna stampa del Corriere”.