Nessuna crisi di governo all’orizzonte. L’esperienza di Stefano Folli, già direttore del Corriere della Sera e ora editorialista del Sole24Ore, invita a non giudicare frettolosamente il precipitare degli eventi, dopo la fissazione della data dell’udienza sul processo Mediaset in cui è coinvolto Silvio Berlusconi da parte della Cassazione.
In una conversazione con Formiche.net, Folli spiega perché, nonostante le minacce dei falchi del Pdl e di Beppe Grillo, “non c’è aria di nuove elezioni” e perché per ora “Enrico Letta resta nella posizione più forte”.
“Adesso è il momento di misurare bene i passi”, ha scritto nel suo punto sul Sole 24 Ore di oggi. Un invito alla cautela che sembra essere stato disatteso da parte del Pdl che oggi ha chiesto nientemeno che la sospensione dei lavori parlamentari…
Dovevano dare un segnale, era inevitabile che lo facessero. Ma si tratta solo di un gesto dimostrativo che porterà a un rinvio dei lavori parlamentari ma niente di più. Non è una cosa importante e non porterà a nessuna crisi di governo.
Il Pdl sull’Aventino, Beppe Grillo che chiede di fatto a Napolitano di sciogliere le Camere. Il ritorno alle urne è vicino?
Grillo fa il suo mestiere ma non mi pare ci sia aria di nuove elezioni. E per quanto riguarda i falchi del Pdl, fino a quando Berlusconi non deciderà che la loro linea è quella da seguire, non contano niente.
Ma chi ha in mano le redini del governo? Berlusconi o Letta?
Letta è nella posizione più forte in questo momento. Sia rispetto a Berlusconi che ha i suoi guai giudiziari che conosciamo e a cui quindi conviene stare in un governo di larghe intese, sia rispetto alle opposizioni che possono solo auspicare un ritorno al voto.
Letta fa bene a non pronunciarsi sui problemi di Berlusconi con la giustizia?
Letta fa bene a mostrarsi tranquillo, fa buon viso a cattivo gioco. Anche se, quando dice che le sentenze di Berlusconi non avranno ripercussioni sul suo governo, non sembra molto credibile. Ciò che però dovrebbe fare, è essere più determinato e sicuro nell’affrontare le emergenze del Paese, non lasciarsi cullare dalle cose.
In caso di condanna di Berlusconi, il Pdl farà saltare il tavolo delle larghe intese?
Suggerisco di valutare bene prima di prendere una decisione del genere. Un conto è minacciare sfracelli, un altro è fare una scelta di tale portata. Qualora ci fosse una sentenza negativa, e questo non è ancora detto, è opportuno sottolinearlo, si entra in un campo nuovo. Berlusconi è un uomo pratico e dovrebbe pensare bene ai suoi interessi e a quelli del suo partito. Si potrebbero sviluppare tanti scenari, anche uno di divisione del centro-destra tra la parte moderata e quella più estremista. Ma è ancora presto per dirlo.