Un piano B. Di fronte all’ipotesi che sia la “magistratura politicizzata” a decretare la morte politica di Silvio Berlusconi, sono in molti a prospettare che sia una soluzione politica a garantirgli in qualche modo la “resurrezione”.
Le opzioni in campo vanno dalla salvezza che passa per l’immunità parlamentare alla possibilità che sia Giorgio Napolitano a intervenire sul caso, concedendo al Cavaliere la grazia, come gli chiede oggi Libero, o nominandolo senatore a vita, come discusso su Formiche.net.
Il nostro sito inizia oggi un dibattito sul tema, con una conversazione con il giornalista e saggista Mario Sechi, ex direttore del Tempo, ora editorialista de Il Foglio.
È auspicabile una soluzione politica al caos che i guai giudiziari di Berlusconi stanno provocando a livello istituzionale?
Bisogna partire descrivendo lo scenario che è abbastanza surreale. Il leader di un grande partito che ha segnato nel bene e nel male un ventennio della storia italiana, eletto democraticamente da una quota consistente di italiani, si trova da quando è sceso in politica oggetto di una “attenzione smisurata” della magistratura. Siamo di fronte a una battaglia politica gigantesca, non solo tra Berlusconi e i giudici, ma tra Berlusconi e un pezzo di establishment del Paese che non l’ha mai accettato. E ora siamo arrivati a un punto delicato della storia.
A che punto siamo?
Dobbiamo rispondere a questa domanda: è una questione solo di brogliaccio giudiziario o una vicenda tutta politica e quindi da risolvere in modo politico? C’è un giudizio di tipo storico che non può essere lasciato alle aule dei tribunali. E questa storia merita un altro epilogo.
Quale epilogo si auspica?
Questa guerra tra guelfi e ghibellini, tra bianchi e neri, tra berlusconiani e anti-berlusconiani deve finire. E non finirà sotterrando l’ascia, ma con una soluzione politica che si chiama Giorgio Napolitano. Siamo nelle sue mani.
Come pensa possa intervenire Napolitano?
Penso che la nomina a senatore a vita prospettata da qualcuno non cambierebbe lo scenario perché non influirebbe sui processi e non sarebbe sufficiente a dare il segnale di punto e a capo che serve al Paese.
Pensa allora alla grazia?
Un provvedimento ad personam sarebbe possibile a mio avviso solo se la concordia fosse oggetto di una riflessione politica seria. E non è il caso dell’Italia. Sarà Napolitano a trovare una via d’uscita ordinata a questa vicenda, attraverso la moral suasion o studiando una soluzione ad hoc sul caso, come ha fatto con il governo Monti e il governo Letta. È stato lui a fare il primo passo verso la pacificazione formando il governo di larghe intese. E ora farà anche il secondo, facendoci uscire dal caos.
In caso di condanna, la giunta per le autorizzazioni del Senato proteggerà Berlusconi?
Mi auguro di sì, spero si recuperi quel realismo politico e quella ragion di Stato smarriti a favore di minoranze rumorose.