Il governo messicano ha confermato l’arresto di Miguel Treviño Morales, conosciuto come Z-40, il leader massimo dell’organizzazione criminale Los Zetas, la più grande e temuta del Messico. La detenzione è avvenuta lunedì sera a Nuevo Laredo, nello stato di Tamaulipas.
Secondo Eduardo Sánchez Hernández, direttore del Dipartimento di sicurezza nazionale, Treviño Morales ha sette mandati di cattura e 12 inchieste aperte. Tra le accuse ci sono: omicidio, tortura, riciclaggio di denaro e traffico di armi di uso esclusivo delle forze armate. Z-40 è anche coinvolto nel sequestro e omicidio di 265 migranti a Tamaulipas e 72 migranti uccisi a San Fernando ad agosto del 2010.
Treviño Morales è stato catturato nel corso di un’operazione della Marina militare messicana e la Polizia federale. “Senza un solo sparo”, ha assicurato Sánchez Hernández. Insieme a lui sono stati arrestati Abdon Federico Rodríguez, 29 anni, e Ernesto Reyes García, 38 anni. Gli uomini avevano con sé anche 2 milioni di dollari in contanti, otto armi e 500 proiettili.
Storia di un Z
Treviño Morales è stato identificato come il successore di Heriberto Lazcano e leader dei Los Zetas. Prima era il numero due dell’organizzazione, fino a quando è morto Lazcano.
Secondo la lista dei ricercati, dopo Lazcano c’erano Treviño Morales e suo fratello Omar, incaricato del traffico di droga da Nuevo Laredo (Tamaulipas) verso gli Stati Uniti e Eduardo Almanza Morales, che opera sulla frontiera sud del Messico. Il Dipartimento di Stato americano offriva una ricompensa di 5 milioni di dollari per informazioni su Treviño Morales.
“In confronto con Lazcano, una caratteristica di Miguel Treviño è che ha una minore conoscenza della guerra, ma sa di più sulla struttura della polizia e le politiche del narcotraffico, che fino a qualche tempo il gruppo Los Zetas aveva trascurato”, ha detto al quotidiano messicano Adn Politico il giornalista Diego Enrique Osorno, autore del libro “Z. La guerra dei narcos”, pubblicato quest’anno in Italia da La Nuova Frontiera.
Il gruppo Los Zetas è nato negli anni ’90, da un gruppo di ex militari che gestivano il Cartello del Golfo. Treviño non ha un passato militare, ma è stato nella polizia municipale di Matamoros.
Los Zetas sono in guerra non solo contro lo Stato messicano e il Dipartimento di Stato americano, ma anche con altre organizzazioni di narcotrafficanti come il Cartello del Pacifico di Joaquín “El Chapo” Guzmán.
I legami tra Los Zetas e ’Ndrangheta
Los Zetas operano in almeno 20 stati messicani. Ma i suoi tentacoli arrivano anche in Europa. Oggi i legami tra le reti di narcotraffico messicane e quelle italiane sono stretti. Gli intrecci tra ’Ndrangheta e Los Zetas sono raccontati da Cynthia Rodríguez, corrispondente a Milano del settimanale messicano “El Proceso”, nel libro “Contacto en Italia”. Pubblicato in Spagna e in America latina, ma ancora non in Italia.
Secondo la giornalista messicana, con un bilancio annuale che supera i 44 miliardi di euro, ovvero il tre per cento del Prodotto interno lordo dell’Italia, la ’Ndrangheta ha un giro di soldi tre volte superiore alla somma dei quattro principali cartelli messicani: Sinaloa, Juárez, Tijuana e El Golfo.
In confronto ad altri patrimoni, la ’Ndrangheta ha 20 miliardi di dollari in più di Bill Gates e due volte quello di Carlos Slim, due tra gli uomini più ricchi al mondo, secondo la rivista “Forbes”. Secondo l’Ufficio dell’Onu contro la droga e il crimine, il business del narcotraffico è il più vantaggioso del mondo. Niente fa incassare di più, neanche il petrolio, le armi o la prostituzione.
L’arresto di Treviño Morales è il colpo più importante contro il traffico di droghe da quando il nuovo presidente messicano, Enrique Peña Nieto, ha assunto l’incarico a dicembre. Ma molto probabilmente non basterà per combattere in modo efficace la guerra al narcotraffico.