Poche parole, molti fatti. Scarso presenzialismo, congrui risultati. Non è un Grillo della finanza, anzi è sempre in odor di berlusconismo delle origini, ma è considerato in buoni rapporti con il Grillo della finanza, ovvero Diego Della Valle. E chissà che dietro l’investimento in Rcs non si celi qualcos’altro. Ma andiamo con ordine.
Il personaggio Cairo
Certo l’eclettismo non manca a Urbano Cairo, che dalla pubblicità è passato al calcio, spaziando nel frattempo nell’editoria popolare, quindi nella tv di nicchia ma ad alto potenziale come La 7, e ora entra pure nel salotto ex buono della Rizzoli-Corriere della Sera.
L’investimento in Rizzoli
Urbano Cairo è entrato nell’azionariato di Rcs. Con un investimento ”a titolo personale” il proprietario di La7 ha acquistato quasi 12 milioni di azioni, pari al 2,82% del capitale ordinario, la gran parte delle quali rilevate nell’ambito dell’aumento di capitale. ”E’ una piccola partecipazione, l’operazione di un editore puro che crede nell’editoria” ha detto Cairo all’Ansa. ”Entro in punta di piedi – ha aggiunto – con molto rispetto per chi c’è già”.
Che gioco giocano Cairo e Della Valle?
Altro che toni rodomonteschi alla Diego Della Valle, dagli annunci altalenanti e spesso contraddittori, non solo in Rcs. I due – Cairo e Della Valle – forse non studiano insieme e a tavolino le mosse, ma chissà. L’acquisto della tv di Telecom Italia Media da parte del presidente del Torino Calcio è arrivato dopo sibillini intenti di Della Valle a investire in La 7, ma le parole non si sono mai tramutate in fatti. Salvo poi in tv, nella trasmissione condotta da Lilli Gruber, esternare stima e apprezzamento per Cairo. Lo farà anche ora nel caso dell’ingresso di Cairo in Rcs? C’è chi scommette di sì. Gli avversari, forse, sono comuni: gli Agnelli che con la Fiat veleggiano al 20 per cento di Rcs, con gran sgomento di Mr. Tod’s.