Il piano cinese di costruzione di un rivale al Canale di Panama in Nicaragua ha attirato l’attenzione del mondo, ma è solo uno dei megaprogetti del Dragone sparsi in più angoli della Terra. Il nuovo presidente cinese Xi Jinping, ex vice-presidente della Repubblica popolare, ha spinto a lungo le società del Paese ad investire oltreoceano per garantirsi l’accesso a materie prime preziose per lo sviluppo cinese.
E mentre le società statali si concentrano sull’industria estrattiva nei Paesi in via di sviluppo, spesso vengono accorpati ai contratti anche grandi progetti infrastrutturali, come quelli autostradali o energetici. Pechino, spiega il Time, sceglie di investire in Stati periferici spesso ignorati, come il Sudan, la Bielorussia e la Cambogia. Queste nazioni dipendono dai fondi e dai prestiti a bassi interessi, anche perché stanziamenti simili da parte dei Paesi avanzati comportano scomodi controlli sui diritti umani e sulla trasparenza. Argomenti su cui Pechino sorvola invece volentieri. Ma ecco alcuni dei megacantieri cinesi nel mondo.
Le esplorazioni petrolifere in Sudan (5 miliardi di dollari, dal 1996)
La China National Petroleum Corp (Cncp) produce olio e gas naturale in Sudan dal 1996, e ha investito 5 miliardi di dollari nel Paese nel decennio seguente. Il predominio energetico cinese riguarda anche il Sudan del Sud, dichiaratosi indipendente nel luglio del 2011. I due Stati ospitano le maggiori operazioni energetiche cinesi all’estero, con 250mila barili di petrolio estratti ogni giorno. E la Cina sta diventando il principale partner commerciale del Sudan dopo l’embargo introdotto dagli Usa nel 1997 a causa delle violazioni dei diritti umani di cui si è reso colpevole Il Paese. L’ultimo colpo è del 2012, quando il Sudan ha approvato la creazione di una zona di libero scambio con la Cina nel settore agricolo e del bestiame.
La linea ferroviaria in Libia (12 miliardi, insieme a Russia Railways, dal 2008)
La China Railways Construction Corp ha annunciato un accordo con la Russia Railways a giugno per la creazione di una linea ferroviaria tra Sirt e Bengasi in Libia. Ma gli investimenti del gruppo cinese erano cominciati già nel 2008, con la costruzione di altre linee. I motivi dell’interesse cinese in Libia sono chiari. Il Paese possiede le maggiori riserve petroliere dell’Africa e la produzione è già tornata ai livelli antecedenti alla rivoluzione.
La diga idroelettrica in Cambogia (280 milioni, 2011)
La società statale Sinohydro ha completato la costruzione della diga da 193 megawatt di Kamchay, in Cambogia, nel 2011. Si tratta della diga più grande del Sud est asiatico. La Cina è il più grande investitore in Cambogia, avendo già speso 9,7 miliardi di dollari nel Paese negli ultimi 18 anni, secondo quanto riportato da Radio Free Asia in base ad un report del governo.
Un nuovo canale a Panama (40 miliardi, 2013)
Un altro canale, stavolta “di Nicaragua”, potrebbe affiancare quello di Panama. Un’opera ciclopica, ma soprattutto un nuovo equilibrio geopolitico. Non solo per i piccoli Paesi centroamericani compressi in un istmo di terra bagnata da due oceani, ma per gli Stati Uniti e la Cina, per il loro interscambio e per le aree di influenza su cui si proietta l’ombra di queste due superpotenze.
L’Assemblea nazionale del Nicaragua ha autorizzato la concessione del Canale a un’impresa di Hong Kong dietro cui pare certo vi siano fondi cinesi. Un costo esorbitante, 40 miliardi di dollari, che però potrebbe essere ammortizzato dallo straordinario volume di affari generato dal Canale. Dieci anni il tempo di realizzazione previsto per l’opera.
L’impianto idroelettrico di Zungeru in Nigeria (1,29 miliardi, 2013)
L’impianto idroelettrico da 700 megawatt deve essere realizzato, si prevede entro il 2017, da due società cinesi, Sinohydro e Chinese National Eletric Engineering. La Nigeria è particolarmente importante per la Cina perché è la maggiore economia dell’Africa occidentale, il Paese più popoloso del continente e ha grandi riserve petrolifere. Dopo l’incontro del presidente nigeriano Googdluck Jonathan con Xi Jinping, la Cina ha stanziato un prestito da 1,1 miliardi di dollari a bassi interessi per permettere la creazione di nuove infrastrutture.
La miniera di carbone Collum in Zambia (2 miliardi, 2010)
Secondo la Zambia Development Agency, la società statale cinese China Nonferrous Metal Mining ha investito oltre 2 miliardi e creato 10mila posti di lavoro da settembre 2012. Ma le miniere gestite dalle società asiatiche sono state recentemente al centro di forti polemiche per questioni ambientali e per non aver pagato le concessioni previste, cosa che ha spinto il governo a togliere la licenze al gruppo cinese.