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Come riconquistare la fiducia in Europa? La ricetta dei ministri a Palma de Mallorca

La lotta contro l’anti-europeismo, contro quell’idea ormai sempre più diffusa che l’Unione europea (e l’euro) è l’origine della crisi che colpisce la regione, è stato il tema principale del vertice di ministri europei a Palma de Mallorca. Come fare per riconquistare la fiducia in Europa?

Le conseguenze della crisi

I ministri degli Affari esteri di 16 Paesi – con l’assenza significativa del Regno Unito –  si sono dati appuntamento per due giorni a Palma de Mallorca per organizzare la strategia verso le elezioni europee di maggio del 2014.

Dopo avere ripassato gli effetti sociali e politici della crisi economica, i ministri hanno concluso che gli indici di disoccupazione giovanile e la polarizzazione politica minacciano il valore dell’integrazione europea agli occhi dei cittadini.

Nella dichiarazione finale i partecipanti hanno scritto che per potere pensare al futuro dell’Unione europea è necessario rifiutare l’idea di un’”Europa alla carta”, ovvero, quella proposta del premier britannico David Cameron di avere statuti diversi, anche sotto la minaccia del referendum per uscire dall’Ue. I ministri sostengono che per salvare l’Europa è imprescindibile che la Commissione europea continui ad essere la pietra angolare, con maggiore legittimità democratica e responsabilità di fronte alle istituzioni europee.

L’innocenza tedesca

I sondaggi rivelano un drammatico aumento dell’astensione e dei partiti populisti e anti-europei. Il capo della diplomazia tedesca, Guido Westerwelle, non crede che la Germania abbia alcuna responsabilità nell’avere imposto una politica di maggiore rigore, aumentando i tempi di recessione. Anzi. Westerwelle  crede che le riforme strutturali sono l’unica via per recuperare la competitività dell’economia europea e combattere la disoccupazione giovanile. “È una medicina amara ma darà effetti positivi”, ha detto.

La posizione spagnola

Il ministro degli Affari esteri spagnolo, José Manuel García-Margallo, non la pensa così. Ha detto che i “salvataggi” di Paesi come la Grecia o Cipro non hanno funzionato come dovevano. E le scelte devono essere unanimi.

García-Margallo ha difeso l’emissione di euro bonus, anche in forma graduale e limitata, al 60% del Pil di ogni Paese. Su questo, Westerwelle non ha detto una parola ma si sa che rifiuta la proposta.



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