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Ecco i distretti industriali (anche del Sud) che stracciano Francia e Germania

Perdita di competitività e sorpasso da parte altri Paesi non riguardano, a sorpresa, i distretti industriali italiani. E, nonostante crisi, carico fiscale e costo del lavoro record, le imprese nazionali riescono a crescere a tassi da fare invidia anche a Francia e Germania e sembrano destinate a viaggiare a gonfie vele anche nella seconda metà del 2013. E la medaglia d’oro va proprio ai distretti del Sud Italia, secondo quanto emerge da uno studio di Aspen Institute Italia, in collaborazione con il Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

I numeri del successo dei distretti italiani

“Nel primo trimestre del 2013 – si legge – le esportazioni dei distretti industriali italiani hanno continuato a crescere, registrando un aumento tendenziale del 2,2% a prezzi correnti. Si tratta del tredicesimo trimestre di crescita consecutiva”, mentre l’export complessivo di prodotti manufatti italiani ha subito un calo dello 0,8%. Le aree italiane ad alta specializzazione distrettuale vanno dunque meglio del resto d’Italia. “Esse, inoltre, battono anche la concorrenza francese e tedesca. Francia e Germania, infatti, nel primo trimestre del 2013 hanno accusato un calo tendenziale dell’export di beni manufatti pari rispettivamente al -2,2% e al -3,8%. Emergono dunque nuove conferme della competitività e vitalità dei distretti italiani”.

I settori più forti

A livello settoriale è stato “determinante il contributo delle aree ad alta specializzazione
alimentare (+8,4). Hanno poi mostrato segnali di recupero i distretti specializzati in prodotti
e materiali da costruzione (+5,5%), mentre sono rimasti in lieve territorio positivo sia i
distretti che producono beni di consumo del sistema moda (+2,3%) sia quelli della
meccanica (+2,1%). Più in difficoltà le imprese distrettuali specializzate nella produzione di
mobili e beni intermedi del sistema moda (-2%) e, soprattutto, nella metallurgia (-9,9%)”.

I distretti migliori

Tra i 30 distretti migliori, secondo lo studio Aspen-Intesa 11 appartengono all’industria agro-alimentare, 7 ai beni di consumo della moda, 6 alla meccanica, 5 al sistema casa e 1 ai beni intermedi per il sistema moda. “Tra questi distretti – si sottolinea – spiccano le macchine per l’imballaggio di Bologna, l’oreficeria di Arezzo, la pelletteria e le calzature di Firenze, gli elettrodomestici dell’Inox Valley, la termomeccanica scaligera, la pelletteria e le calzature di Arezzo, le conserve di Nocera, le calzature di Fermo, le piastrelle di Sassuolo e la concia di Arzignano”.

I distretti del Sud

Il buon momento dei distretti alimentari ha spinto le performance dei distretti delle regioni
del Sud, che “per la prima volta da tre anni a questa parte, hanno mostrato una crescita
superiore alle altre ripartizioni geografiche (+8,4% vs. +6,2% del Centro, +2,2% del Nord-Est
e -1,5% del Nord Ovest). Performance straordinarie sono state registrate soprattutto da
Campania (+12,3%), Puglia (+11,1%) e Sicilia (+22,7%), dove, come si è detto, si sono distinte
le aree agro-alimentari (su tutti conserve di Nocera, caffè e pasta napoletana, ortofrutta del barese, ortofrutta di Catania) insieme alla meccatronica del barese e alle calzature del barese”, evidenzia lo studio.

Leggi qui lo studio completo sui distretti italiani di Aspen-Intesa Sanpaolo

 



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