Il Decreto del Fare, dopo diversi dietrofront, apre le porte al Wi-Fi libero, ma resta il nodo del digital divide: taglio drastico ai fondi per la banda larga.
La maggioranza degli italiani oggi dispone di almeno un accesso alla rete. Tra chi ha scelto di attivare un’offerta ADSL e telefono per navigare e chiamare senza limiti e chi possiede un dispositivo mobile con connessione dati 3G o Lte, gli utenti del web lamentano ormai soltanto la possibilità di navigare Wi-Fi su tutto il territorio nazionale.
Ma ogni medaglia, si sa, ha due facce e lo stesso accade per il Decreto 98/203 del “Fare” pubblicato su Gazzetta ufficiale che da un lato ha finalmente autorizzato la diffusione del Wi-Fi libero (dopo un andirivieni estenuante di cavilli ed emendamenti), e dall’altro però ha tagliato i fondi per ridurre il digital divide, quelli destinati allo sviluppo della linea adsl in banda larga.
Chiunque vorrà collegarsi col proprio pc, tablet o smartphone dal caffè vicino l’università potrà farlo senza problemi, ma chi vorrà accedere a Internet da casa propria ad una maggiore velocità probabilmente dovrà ripiegare sull’internet mobile, oppure proprio col Wi-Fi libero dei locali della zona.
Proprio così, perché il Decreto taglia di 20 milioni di euro i fondi previsti per l’Agenda Digitale, destinati al potenziamento della banda larga nel centro-nord. Almeno le risorse per il Mezzogiorno sono rimaste invariate.
Consoliamoci dunque col Wi-Fi, che avvicinerà l’Italia al resto d’Europa, grazie alle modifiche apportate al Decreto Pisanu in materia di sicurezza e responsabilità penale legate ai reati compiuti attraverso la rete. Gli utilizzatori della connessione adesso non dovranno essere identificati, né saranno scaricati sui gestori dei locali gli eventuali oneri legali per violazioni della legge.