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Banche, una classifica tra Paesi. Report di At Kearney

Per farsi un’idea di come gli esperti di At Kearney, almeno per il momento, vedano grigio sul settore delle banche retail basti pensare che il loro “radar” sul settore per il 2013 si apre con l’immagine di una persona di spalle che si ripara dalla pioggia mentre diluvia. E anche il sommario del report che circola fra gli addetti ai lavori la dice lunga: “La ripresa resta fiacca per le banche europee retail. Nel 2012 si è concluso un altro anno difficile a anche il 2013 si sta rivelando un anno di sfida”. E’ chiaro che per gli istituti di credito continui a giocare un ruolo chiave la situazione macroeconomica: “Un contesto economico difficile – osservano da At Kearney – sta facendo pagare dazio all’economia europea e al mondo finanziario” ed è dunque inevitabile che ne avvertano gli effetti anche le banche retail.

Qualche elemento per sperare

Tuttavia, non manca qualche fattore di positività, che per certi versi lascia ben sperare. “C’è stata anche qualche buona notizia negli ultimi cinque anni”, dicono gli esperti. I depositi, ad esempio, “si sono impennati, alimentati dall’incertezza economica”. Non solo: “La crescita dei prestiti continua anche se a un passo più lento”. E pure gli accantonamenti su crediti deteriorati “stanno attraversando una fase discendente, a eccezione delle banche dei paesi con le maggiori difficoltà economiche”, ossia Portogallo, Spagna, Romania, Ungheria e, ultima ma non da meno, l‘Italia. Proprio in queste ultime aree, come conseguenza del nodo delle sofferenze, il taglio dei costi è stato più aggressivo. At Kearney cita l’esempio della nostrana Unicredit, il più grande gruppo italiano per attivi, che ha ridotto il personale di circa 10mila dipendenti a tempo pieno, cioè circa il 25% di quelli attuali, negli ultimi quattro anni.

Focus sui paesi più in difficoltà. Italia compresa

Per restare tra i paesi europei più in difficoltà, in particolare Italia, Spagna e Portogallo, gli esperti di At Kearney sottolineano come “le banche retail nelle aree del Mediterraneo abbiano vissuto un anno turbolento a causa dell’incertezza economica. Il collasso del mercato immobiliare e la disoccupazione crescente hanno condotto verso un incremento senza precedenti dei crediti problematici”. Così, nonostante i tagli dei costi, “la redditività ha raggiunto i minimi storici, con banche che in Spagna e Portogallo hanno realizzato perdite su pressoché ogni cliente servito”. In ogni caso, le banche del paese iberico “sono riuscite a mantenere la propria leadership attraverso l’efficienza sui costi, cosa che sicuramente costituirà un fattore importante per la ripresa”.

Le prospettive per la fine del 2013 e oltre

Quindi? Che cosa succederà nel 2013? Da At Kearney non si aspettano grandi cambiamenti, eccetto “potenzialmente per quei mercati con una consolidata cultura dell’investimento, come il Regno Unito e i paesi nordici”. In generale, la redditività delle banche dovrebbe scendere ulteriormente nel 2013, raggiungendo così meno del 75% dei livelli prima della crisi. Tuttavia, guardando più in là nel tempo, “nei prossimi due-tre anni dovrebbe avere luogo un graduale e leggero miglioramento dei mercati del capitale”. E ciò perché “parte del cash e della liquidità che ora sono in forma di risparmi e depositi a termine confluirà verso i prodotti di investimento”. E la sfida per le banche retail sarà quella di ritoccare al ribasso i prezzi e di puntare sull’innovazione, “così da fornire soluzioni di investimento ad hoc per i clienti”.

Ecco come si fa a uscire più forti dalla crisi

Insomma, secondo At Kearney le banche retail potranno uscire vincenti anche da un anno complesso come il 2013 a patto che “insistano nella comprensione dei loro clienti, rafforzino i loro motori di vendita, migliorino le strutture e abbraccino l’innovazione”. Sarà da vedere chi ce la farà.

Twitter: @scarlots



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