“Privatizzare per rilanciare la crescita”, inneggia in prima pagina il quotidiano Sole 24 Ore. Non proprio una posizione inedita, si dirà, visto che la Confindustria – proprietaria del quotidiano diretto da Roberto Napoletano – da sempre batte e ribatte sulla necessità di dismettere il patrimonio pubblico sia per aprire spazi ai privati sia per ridurre il peso del settore pubblico nell’economia. Certo, poi c’è chi – come il quotidiano Il Foglio diretto da Giuliano Ferrara – da anni sostiene che questa posizione dell’associazione degli industriali è di mera facciata.
Una tesi che l’editoriale odierno del Sole 24 Ore rafforza. Infatti il commento di prima pagina del quotidiano confindustriale è tutt’altro un inno alle privatizzazioni, nonostante il titolo (“Privatizzare per rilanciare la crescita”). D’altronde l’autore, l’economista Alberto Quadrio Curzio, non è mai stato un liberista ma, politicamente, è stato considerato in un recente passato sia vicino all’ex premier Romano Prodi sia all’ex titolare del Tesoro, Giulio Tremonti. Non proprio un esponente dell’Istituto Bruno Leoni, dunque.
Quadrio Curzio, dopo un excursus storico che si basa sui dati del Barometro della Fondazione Enrico Mattei, giunge ai giorni nostri e, a proposito degli annunci abbozzati del premier Enrico Letta e del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, dice: “Dismettere adesso in Italia sarebbe difficile o sbagliato per due ordini di motivi. Perché i mercati sono deboli; perché le privatizzazioni/dismissioni devono essere precedute in alcuni settori da razionalizzazioni mentre in altri è necessaria una presenza pubblico-privata con una strategia di medio-lungo termine”.
Di sicuro un altro editorialista del Sole, il liberista Luigi Zingales, starà meditando un intervento di tutt’altro segno visto che uno dei suo bersagli preferiti, la Cassa depositi e prestiti, è rilanciata come un modello da Quadrio Curzio.
Il dibattito è assicurato.