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Pernigotti, chi è il gruppo turco Toksoz che ha trangugiato torroni e gianduiotti

Mamma li Turchi! L’assalto stavolta è, tutto finanziario, alla Pernigotti, storico marchio del settore dolciario. La Fratelli Averna ha firmato infatti un accordo con il gruppo familiare turco Toksoz per la vendita del 100% del capitale sociale della Pernigotti. Continua lo shopping delle aziende italiane, dunque.

Le ragioni dei venditori

“In tutti gli anni di lavoro svolti in Pernigotti – sottolinea la famiglia Averna – abbiamo profuso un grande impegno nel miglioramento qualitativo dei prodotti, nel rinnovamento della gamma e nel potenziamento produttivo e organizzativo. Negli ultimi mesi siamo stati oggetto di un forte interesse da parte dei principali operatori nazionali ed esteri. Siamo lieti di affidare Pernigotti al gruppo Sanset della famiglia Toksoz, solido e determinato ad agire in ottica di continuità e sviluppo.

Perché hanno vinto i turchi

Pernigotti – aggiunge la Averna – facendo leva sul notevole know-how acquisito e sulla complementarietà con Sanset, continuerà il processo di crescita intrapreso in Italia, in Turchia e negli altri mercati internazionali”.

Radiografia del gruppo Toksoz

Il gruppo Toksoz è uno dei principali gruppi privati in Turchia e opera in tre settori principali: alimentare-dolciario, farmaceutico ed energetico. Realizza un fatturato annuo di circa 450 milioni di euro e nel segmento dolciario, attraverso una controllata, detiene i marchi Tadelle, Sarelle e una gamma completa di snack dolci, creme spalmabili, gelati, realizzando un fatturato annuo pari a circa 80 milioni.

Marchi per 10 miliardi passati in mani straniere da inizio crisi

Il cambio di mano societario non riguarda quindi solo la moda o i francesi di Kering o Lmvh, come nel caso Loro Piana, la cui quota dell’80% è stata acquisita in questi giorni dall’imprenditore francese Bernand Arnault. Con la vendita di Pernigotti sale ad oltre 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano passati in mani straniere dall’inizio della crisi che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del Made in Italy agroalimentare, sottolinea la Coldiretti.

Le preoccupazioni 

“C’è da augurarsi che il cambiamento di proprietà al gruppo Toksoz, il maggior produttore mondiale di nocciole, non significhi – sottolinea la Coldiretti – lo spostamento delle fonti di approvvigionamento della materia prima importante come le nocciole a danno dei coltivatori italiani e piemontesi che offrono un prodotto di più alti standard qualitativi. Il passaggio di proprietà – precisa la Coldiretti – ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione”.


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