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Carige, non c’è pace tra banca e fondazione

Mentre il rumore su Monte dei Paschi di Siena va lentamente attenuandosi, sale la tensione su Carige, l’unica altra banca quotata in Borsa e blindata da una Fondazione. L’istituto ligure, alle prese con un non semplice rafforzamento patrimoniale da 800 milioni, il 31 luglio in tarda serata, in due comunicati stampa separati, ha alzato il velo su un primo semestre del 2013 in perdita e, soprattutto, sulle dimissioni a sorpresa di cinque consiglieri di amministrazione.

Cinque consiglieri fanno un passo indietro

Banca Carige ha infatti annunciato che Piergiorgio Alberti, Cesare Castelbarco Albani, Luigi Gastaldi, Giovanni Marongiu e Alessandro Repetto, subito dopo la chiusura della riunione del cda che all’unanimità ha approvato i numeri dei primi sei mesi del 2013, “hanno rassegnato le dimissioni a far data dall’assemblea che provvederà in ordine alle medesime o al rinnovo del consiglio di amministrazione”. In totale, il cda di Carige conta 15 componenti. Nel caso in cui se ne dovesse dimettere la metà, l’organo decadrebbe e quindi anche il presidente Giovanni Berneschi, fino a poco tempo fa molto potente nella banca di Genova, e il suo vice, Alessandro Scajola (fratello dell’ex ministro del governo Berlusconi). La stessa nota spiegava che “quanto sopra è stato motivato dall’esigenza di conferire un nuovo assetto alla governance della banca, in conformità alle generali linee di indirizzo di vigilanza, ferme restando le condivise strategie di rafforzamento patrimoniale della stessa”.

Il ruolo chiave della Banca d’Italia

La Banca d’Italia, infatti, da tempo segue con grande attenzionele vicende della banca genovese, il cui capitale è blindato per il 47% da Fondazione Carige. L’istituto di Palazzo Koch, dallo scorso autunno, aveva messo nel mirino i crediti deteriorati dell’istituto di credito genovese, ma poi, stando a indiscrezioni, in un secondo momento, la scorsa primavera, aveva esteso la propria ispezione all’intero dossier prestiti. Non a caso, secondo indiscrezioni, Carige rientrerebbe proprio tra le otto banche italiane di medie dimensioni per le quali Bankitalia aveva rafforzato le ispezioni.

Le tensioni tra Berneschi e la Fondazione presieduta da Repetto

Oltre al ruolo di Bankitalia, tuttavia, c’è chi vede nella mossa dei cinque consiglieri dimissionari, vicini alla Fondazione Carige e ai soci francesi di Bpce (che hanno il 10% del capitale), anche il riflesso delle recenti tensioni tra il presidente Berneschi e i soci forti. In particolare, si racconta che negli ultimi tempi i rapporti siano stati molto freddi tra il banchiere settantaseienne e l’ottantaduenne numero uno dell’ente ligure, Flavio Repetto. La Fondazione, infatti, da tempo ha chiarito che non intende aprire di nuovo i cordoni della Borsa per partecipare a un aumento di capitale importante. E’ per questo motivo che nei mesi scorsi il cda di Carige ha deliberato che il rafforzamento patrimoniale da 800 milioni dovrà in primo luogo passare per un processo di dismissioni. Tuttavia, almeno inizialmente, la posizione di Berneschi sembrava opposta: si racconta che il presidente, sempre nei mesi scorsi, a un certo punto si sia attivato per ricercare nuovi soci. Ma senza successo.

Primo semestre in perdita per gli accantonamenti sui crediti

Intanto, sempre il 31 luglio in serata, Banca Carige ha annunciato i numeri dei primi sei mesi del 2013, periodo archiviato con una perdita da 29,4 milioni, rispetto al dato positivo di 90,23 milioni realizzato nella prima metà del 2012. In una nota, la banca ligure spiega che “i dati evidenziano il proseguimento nelle politiche di contenimento dei costi e il mantenimento di un approccio attento e prudente al rischio, soprattutto nella sua valutazione. Proprio questa prudenza, assieme al livello estremamente contenuto dello spread tra i tassi di interesse, sono le cause di una chiusura del semestre in perdita”. E ancora, alludendo proprio all’ispezione di Bankitalia: “In particolare gli accantonamenti per il rischio di credito sono stati effettuati secondo criteri sempre più stringenti e prudenziali, in linea con le più recenti indicazioni degli Organi di Vigilanza, anche in tema di valutazione delle garanzie”.

Twitter: @scarlots


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