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Governo traballante dopo frettoloso sì Epifani a richiesta Sel e M5S di espellere Cav. dal Senato.

La condanna, 4 anni, è molto pesante. E  stabilisce, in via definitiva, che, quando era premier, Silvio Berlusconi ha pensato, con trucchi finanziari, a far fruttare alla sua azienda, Mediaset, 368 milioni di dollari, frodando il fisco sui diritti di trasmissione televisiva.
Per quanto riguarda gli anni di interdizione dai pubblici uffici, toccherà a un’altra sezione della Corte d’Appello di Milano rideterminarli. Da 5, passeranno, quasi certamente, a 3. E il Senato, intorno a novembre, dovrebbe prenderne atto, “espellendo” il parlamentare milanese. Epifani ha annunciato che il Pd voterà, insieme a Grillo e a Vendola, “contro” il capo del partito con cui sta governando il Paese. Non è il preannuncio della rottura con gli alleati berlusconiani. In pratica, nessun botto, almeno immediatamente, per il Cav.e per l’esecutivo. Ma la guerra tra le toghe- e ii settori più influenzati dai magistrati di lotta- e Silvio, con il suo partito divido tra falchi e colombe, continuerà. A Milano, la giustizia con il Presidente del Pdl è stata, sempre, molto rapida. Lo sarà nei prossimi mesi, dopo la pausa estiva. E, dunque, è tutt’altro che una vittoria la sentenza di ieri per il prof.Coppi, pur molto valoroso avvocato di Berlusconi, chiamato, forse, in ritardo nel collegio difensivo.
Le carte ce le ha avute, in mano, ancora una volta, la magistratura. E continuerà ad averle, nei prossimi mesi.
Il Pd dovrebbe accogliere l’invito a ragionare con calma dei settori più responsabili e affidarsi alla saggezza di Napolitano. E, soprattutto, dovrebbe non inchinarsi all’ala giustizialista del centrosinistra, non ripetendo l’errore, commesso nel 1993 da Occhetto, che ordinò ai ministri del PDS di uscire dal governo Ciampi, dopo il “niet” della Camera all’autorizzazione a procedere ai magistrati di Milano nei confronti di Craxi. Sapete chi vinse le elezioni dell’anno successivo? Un certo Silvio Berlusconi..E, dunque, i dirigenti democrat decidano, serenamente e in autonomia.Il governo Letta vada avanti, se riuscirà a resistere ai settori “crisaioli”. Il Parlamento cestini il “Porcellum” e vari una nuova legge elettorale. Si arriverà, almeno, alla primavera del 2014, quando gli italiani, quasi certamente, saranno chiamati a rinnovare, oltre al Parlamento europeo, Camera e Senato.



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