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Berlusconi ha avuto giustizia ma non avrà la grazia. Ecco perché

L’esercito di Silvio ha annunciato che organizzerà un presidio al Quirinale per chiedere al presidente Giorgio Napolitano di concedere la grazia. Non è affatto da escludere che le truppe vengano richiamate all’ordine e che a qualche generalessa vengano tirate le orecchie.

L’ipotesi di un gesto di clemenza nei confronti del leader incontrastato del centrodestra italiana è una ipotesi improbabile, molto improbabile. Se anche ci fosse una chance in questo senso, il pressing nei confronti del Capo dello Stato sarebbe sufficiente per farla tramontare a divinis.

In ogni caso, al netto degli orrori istituzionali di certi consigliori del Cav, la grazia non salverebbe Berlusconi. Lui, il bis-fondatore di Forza Italia, ormai è un pregiudicato e se anche fosse esonerato dalla pena giudiziaria l’esito politico derivante dall’onta di una condanna definitiva per frode fiscale resta tutto.

Come non bastasse, la guerra di B. nei tribunali è tutt’altro che conclusa. Oltre al rinvio in appello e poi nuovamente in Cassazione per la rideterminazione della pena accessoria, sono aperti ancora diversi processi, dal “caso escort” alla “compravendita senatori” fino al “Ruby ter“.

In più, con la trasmissione degli atti ai pm da parte dei giudici del processo Ruby a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, il Cavaliere rischia l’apertura a Milano di un nuovo procedimento per corruzione in atti giudiziari. Ipotesi di reato che si profila per via dei versamenti di denaro che lui, o chi per lui, questo è il sospetto, avrebbe effettuato alla giovane marocchina, parte offesa e teste al dibattimento, e ad alcune delle testimoni convocate in aula. Tutte hanno parlato di “cene eleganti” e negato l’esistenza di feste a base di “bunga-bunga”.

Nel suo provvedimento il collegio della quinta sezione penale ha fatto, invece, riferimento a “indizi di reità ravvisati (…) con particolare riguardo a quanto accaduto il 6-7 ottobre 2010, il 15 gennaio 2011″. Un altro “appuntamento” per Berlusconi al Tribunale milanese sarà il giudizio di merito, previsto all’inizio del prossimo anno, della Corte d’Appello sulla causa di separazione da Veronica Lario.

Il Tribunale a dicembre ha “condannato” Berlusconi a versare 3 milioni al mese di alimenti alla ex moglie. I giudici di secondo grado hanno respinto, in sostanza, la richiesta del leader del Pdl di sospendere d’urgenza l’esecuzione provvisoria della sentenza, concedendo all’ex premier solo un piccolo “sconto”: dovrà versare l’assegno mensile non a partire da maggio 2010, bensì da settembre dello stesso anno.

Ad ora questa sembra l’unica vera concessione riconosciuta al Cavaliere la cui campagna d’autunno sarà più orientata allo slalom fra i procedimenti penali di cui è imputato che non a reclamare una grazia che, proprio per questo, potrebbe rivelarsi insufficiente.


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