I contraccolpi del caso Snowden si fanno sentire lungo l’asse Berlino, Washington, Londra. Il governo tedesco ha deciso la cancellazione dell’accordo che dai tempi della Guerra Fredda concedeva a statunitensi e britannici di svolgere operazioni di sorveglianza per tutelare le proprie truppe di stanza in Germania. A Berlino – riporta la Bbc – si discute se cancellare la parte del patto che riguarda anche la Francia.
La decisione, ha spiegato il ministro degli Esteri tedesco, Guido Wersterwelle, è la “conseguenza necessaria e appropriata” delle rivelazioni sui programmi di spionaggio dell’intelligence Usa svelate dalle rivelazioni dell’ex consulente dell’agenzia per la sicurezza Edward Snowden, cui la Russia ha concesso nei giorni scorsi asilo dopo settimane in cui la fonte delle inchieste del Guardian e del Washington Post è stata costretta nella zona transito dell’aeroporto moscovita, privato del passaporto e impossibilitato a lasciare lo scalo.
Lo scandalo sulla sorveglianza e la massiccia raccolta di dati online portata avanti dagli statunitensi senza risparmiare neanche gli alleati ha scatenato polemiche in Germania. Tra due mesi il Paese andrà ai seggi. La cancelleria Angela Merkel non ha mancato di chiedere spiegazioni al presidente Obama e all’amministrazione Usa, ma in casa si alzano le voci di quanti vogliono capire quanto a Berlino si sapesse del programma e in che misura il governo tedesco abbia collaborato con gli alleati.
Un tema quello della tutela della privacy e del controllo governativo sui propri cittadini cui i tedeschi sono particolarmente sensibili, essendo subito sia la sorveglianza nazista sia la pervasività della Stasi e del controllo nella Germania orientale.
La cancellazione del patto ha tuttavia un valore più simbolico che reale, notano diversi commentatori. Il perché è in una nota del Foreign Office britannico. L’ultima volta in cui fu applicato fu nel 1990, negli ultimi strascichi del confronto tra i blocchi.
