Nelle ore in cui Usa e Occidente sono con il fiato sospeso per la paura di un grande attentato terroristico che porti la firma di Al Qaeda, il presidente siriano – sotto assedio da gruppi eterogenei di ribelli con forti infiltrazioni proprio di organizzazioni jihadiste – prova usare proprio lo spettro dei seguaci di Osama bin Laden.
La crisi siriana si può risolvere solo sradicando il “terrorismo”, che va combattuto con il “pugno di ferro”. Lo ha affermato il presidente siriano Bashar al-Assad in un discorso trasmesso nella notte dalla tv di Stato siriana e di cui da conto un resoconto dell’agenzia Aki-Adn Kronos. Il regime di Damasco ovviamente indica con il termine “terroristi” i ribelli che da oltre due anni combattono contro le forze governative. Nel suo intervento, durato 45 minuti, Assad ha anche bollato come un “fallimento” l’esperienza della Coalizione nazionale siriana, principale blocco dell’opposizione al suo regime, accusata di essere sul “libro paga di più di un Paese del Golfo”.
Per il presidente, “l’opposizione non è affidabile” e “non ha alcun ruolo nella soluzione della crisi”. “Non si può trovare nessuna soluzione con il terrorismo, si può solo combatterlo con il pugno di ferro – ha detto il leader siriano – Non credo che nessun essere umano sano pensi che si possa gestire il terrorismo con la politica”. Assad si è anche detto convinto che la crisi economica siriana possa “essere risolta solo colpendo il terrorismo perché e’ legata alla situazione della sicurezza”.
Secondo il presidente, quindi, gli sforzi diplomatici per una soluzione politica della crisi siriana – che in oltre due anni ha fatto più di 90mila morti – vanno ‘accompagnati’ da operazioni militari. “Se il terrorismo colpisce ovunque non ci possono essere né sforzi politici né progressi sul piano politico. Pertanto bisogna colpire il terrorismo per far sì che il processo politico vada nella giusta direzione”, ha affermato Assad, mentre proseguono gli sforzi diplomatici per l’organizzazione della conferenza di pace ‘Ginevra2’. “Questo non significa – ha aggiunto – che non possano esserci binari paralleli”. La diplomazia del presidente Assad segna oggi un punto a suo favore.