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Samsung, Dell, Lenovo. Chi (non) vuole accaparrarsi BlackBerry

La guerra commerciale e dei brevetti tra i giganti dell’high-tech Apple e Samsung ha già lasciato sul campo le sue vittime. La canadese BlackBerry, nonostante un lancio in pompa magna del suo ultimo smartphone, ha perso appeal tra il pubblico americano senza puntare sui mercati emergenti, che sono la piazza d’oro dei competitor. E adesso, non le resta che guardare a strategie alternative, senza veri pretendenti in corsa per rilevarla.

L’apertura ai privati

Il colosso canadese è disponibile ad un’apertura verso imprenditori privati. Lo hanno rivelato a Reuters fonti di Research in Motion, secondo le quali l’amministratore delegato, Thorsten Heins e il cda di BlackBerry puntano all’ingresso di forze fresche dopo che il titolo ha perso il 19% dall’inizio dell’anno e che la capitalizzazione di borsa è scesa di 4,8 miliardi di dollari dal picco di 84 miliardi di dollari del 2008.

I vantaggi di una fusione con Dell del fondo Silver Lake

La società ha annunciato la creazione di un comitato incaricato di valutare alternative strategiche, incluse alleanze, joint venture o la vendita. Il gruppo canadese, leader nella fornitura di e-mail sicure sui cellulari ma che è stata recentemente rimpiazzata anche dal Pentagono, ha lanciato il nuovo smartphone BlackBerry 10 che però fatica a battere la concorrenza degli iPhone e della famiglia dei Samsung Galaxy. Tra i possibili investitori da coinvolgere, Blackberry starebbe valutando la possibilità di avviare una trattativa con il fondo di investimenti Silver Lake, impegnato nella scalata di Dell, un mega-investimento da 25 miliardi di dollari per rilanciare la casa Usa produttrice di pc. Se l’operazione riuscisse BlackBerry sarebbe disponibile a offrire le sue piattaforme software per consentire a Dell di sbarcare nel mobile computing. Tuttavia né BlackBerry, né Silver Lake sono hanno rilasciato commenti su queste indiscrezioni.

L’ipotesi delisting

E secondo quanto riportato da Reuters, Fairfax Financial Holdings, il maggior azionista di BlackBerry con una quota del 9,9%, sta sondando il terreno per il delisting della società, togliendola dalla Borsa e rendendola privata. E Prem Watsa, ad di Fairfax, si è dimesso dal board di BlackBerry citando un potenziale conflitto d’interesse dopo l’annuncio di voler considerare strategie alternative.

Duro il Financial Times, secondo cui per Blackberry “non c’è posto per nascondersi nel mercato spietatamente competitivo degli smartphone”. Il gruppo canadese è sempre stato in difficoltà nel mantenere quote di mercato, ma è stato completamente scalzato con l’ultimo modello touchscreen che ha ottenuto critiche contrastanti e scarso favore da parte della clientela.

La perdita in Borsa

Le azioni del gruppo, d’altra parte, hanno perso il 38% negli ultimi tre mesi, con un valore complessivo di 5,3 miliardi di dollari. Un numero deludente, se si considera che solo tre anni fa BlackBerry (poi ribattezzata Research In Motion) valeva più di 41 miliardi di dollari e rappresentava la società tecnologica canadese di bandiera, dopo il fallimento di Nortel Networks. Ma una perdita annunciata a giugno ha mostrato un cambio di rotta nella strategia del gruppo, con un declino azionario che l’ha lasciato dietro anche a Nokia. E mentre l’ad Heins continuava a sottolineare che la società era ancora in fase di transizione, gli analisti davano la loro sentenza: tempo per completare il piano non c’era e non c’è.

Il tempo sprecato

Ma adesso il dito si punta proprio contro il tempo e il management che ha aspettato troppo per prendere atto della difficoltà forse insormontabile del gruppo. La valutazione degli asset e il suo portafoglio brevetti sono crollati lo scorso anno, e i clienti di base stanno perdendo ogni interesse. Neanche il lancio del BB10 e del sistema operativo Qnx è riuscito nella missione di riguadagnare quote di mercato, e nel frattempo a crescere è stato il sistema Android di Google, che continua a rafforzarsi sul mercato ed è ora in uso su 4 smartphone ogni 5 venduti.

Pretendenti e strategie

BlackBerry rischia quindi di divenire un player di nicchia in un mercato che si basa su colossi ed economie di scala. E, sottolinea il Financial Times, molti potenziali acquirenti, tra cui Samsung, Microsoft, Nokia e Lenovo, si sono fatti indietro negli ultimi 18 mesi. I rumor si concentrano quindi sulla possibilità che ad acquistare il gruppo sia un fondo di private equity. Scenario rafforzato dalla mossa dell’ad di Fairfax Financial. Watsa ha dichiarato di non aver intenzione di vendere la sua quota del 10% circa, nonostante le difficoltà del gruppo. Ma difficilmente BlackBerry potrà risolvere i suoi problemi con un delisting. E alcuni banchieri si chiedono chi potrebbe comprare un gruppo che necessita di investimenti fortissimi. Il pessimismo diventa parte del gioco. Eventuali pretendenti non potrebbero che aspettare che fallisca, e fare poi man bassa del gruppo.



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