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Vi spiego errori e orrori dei Fratelli musulmani

Il caos egiziano? Tutta colpa dei Fratelli musulmani. Parola di intellettuale algerino.

In un’intervista con Formiche.net, Hamid Zanaz, filosofo e scrittore algerino, dice che proprio i Fratelli musulmani non hanno mai permesso l’affermazione della democrazia in Egitto. “Molto semplicemente perché questa ‘democrazia’ è contraria ai fondamenti della religione islamica”.

Hamid Zanaz, autore di “Sfida laica all’islam. La religione contro la vita” (Elèuthera, 2013), considera che il mondo islamico non avrà un futuro se non sarà moderno e laico. È in uscita in Francia, ad ottobre, il suo prossimo libro dedicato alle incongruenze tra democrazia e islamismo: “Comment l’Occident creuse sa tombe?”

Si dice che una delle motivazioni della rivolta popolare contro Morsi sia stata la crisi economica in Egitto. Ma non è stato anche lo scontento per l’islamizzazione dello Stato? Come sono andate le cose?

Morsi è stato eletto con quindici milioni di voti e con un tasso record di astensioni, in conseguenza di un duello che ha disgustato un grande numero di egiziani, costretti a scegliere tra la peste e il colera, tra un islamista e un ex ministro di Mubarak. La presidenza Morsi è stata disastrosa a ogni livello. Lui e i suoi confratelli hanno portato il caos nel Paese. L’Egitto è un “bottino” regalatogli da Allah, che si tratta di sfruttare… come facevano gli altri prima di lui. I Fratelli musulmani hanno utilizzato le elezioni e la democrazia solo come mezzi per monopolizzare il potere, denigrare gli avversari e allearsi alla fine con le frazioni violente dell’islamismo. Un egiziano oggi deve fare da tre a cinque ore di fila per fare un pieno di benzina. Le interruzioni di corrente stravolgono la vita della gente e colpiscono l’economia fino a paralizzarla. I turisti abbandonano il Paese e per attirarli il potere non ha trovato niente di meglio che nominare a Luxor – un importante centro turistico – un governatore legato ai gruppi terroristici che nel 1997 avevano ammazzato una sessantina di stranieri. E, dato che il Paese è il maggiore importatore di frumento del globo, gli egiziani sono terrorizzati dalla prospettiva di una carenza di grano con quel potere islamista incompetente e spudorato.

E c’è qualche tipo di resistenza?

I Fratelli mussulmani hanno un solo obiettivo: affrettare l’esodo dei cristiani che, con i laici e le donne, si oppongono all’inserimento della sharia nella carta costituzionale. In ogni caso, gli egiziani nel loro insieme hanno capito che la sharia non dà da mangiare a nessuno. E l’islam non è la soluzione, come hanno sostenuto mentendo per ottant’anni i Fratelli mussulmani.

La Turchia di Erdogan, la successione della dinastia del Qatar, la monarchia saudita… Come stanno cambiando, se stanno davvero cambiando, iPpaesi arabi, nella loro natura politica e culturale?

L’islamismo, in Turchia, è arrivato al potere in un paese laico o quasi. La laicità è precedente all’islamismo, ed è quest’ultimo che inizialmente cerca di adattarvisi, prima di dichiararle guerra. Nel mondo arabo è esattamente il contrario. Non esistono forti istituzioni statali. In assenza di uno Stato forte, l’islamismo arabo crea uno Stato proprio: un’entità religiosa che applica la sharia alla lettera, come in Arabia Saudita.
I regimi arabi hanno represso gli islamisti, non perché erano oscurantisti, ma perché volevano il potere. I dittatori arabi condividono la stessa ideologia degli islamisti. La scuola, la piazza, i sindacati… tutto è stato regalato agli islamisti, che governavano già indirettamente nei paesi arabi. Ora passano direttamente ai posti di comando. Il voto al posto del colpo di Stato. Si è fatta ogni cosa per far vincere dappertutto le elezioni agli islamisti.

Per quale ragione?

Perché in quei paesi non c’è la politica, le persone votano per un progetto di società e non per un progetto politico. I regimi dittatoriali hanno ucciso il politico e incoraggiato il religioso. Senza laicità non c’è politica né democrazia. Nei paesi ricchi del golfo comprano la pace civile, respingono la democrazia e contrastano i diritti umani a forza di petrodollari. Ma fino a quando?

È possibile in politica un islamismo moderato?

Secondo me è una chimera. Tranne qualche ingenuo occidentale, questa storiella non fa ridere nessuno. Esiste un fascismo moderato? Si può parlare di un nazismo light? L’esperienza storica ci ha mostrato il contrario. Erdogan è costretto a essere “moderato”, non è una sua scelta. In un angolo della sua testa sopravvive sempre l’impero islamico ottomano. Nonostante l’esistenza di una costituzione laica, da quando è salito al potere rimette continuamente in discussione la laicità dello Stato. Mentre aspira a vedere il suo paese accettato nell’Unione Europea, ha da poco dichiarato in Germania che l’assimilazione dei musulmani in Europa è un crimine contro l’umanità.

Quali sono i rischi di una commistione tra politica e religione nei paesi arabi e anche altrove?

Che cosa sono le religioni, a conti fatti? Solo sette che sono riuscite a reclutare milioni di persone. I religiosi sono nient’altro che guru. L’islam non lo nasconde nemmeno: Islam significa sottomissione.
Con le loro storie, i culti, il loro irrazionale, le religioni infantilizzano gli adepti e soprattutto le donne. Nell’Islam la donna è considerata minore a vita. Ma il pericolo principale è la guerra, l’odio e la concorrenza tra le religioni.

Quanto ai paesi arabi, gli islamisti sono come pesci nell’acqua in tutte quelle società. Sinceramente, a parte la barba e il velo, è anzi difficilissimo trovare grandi differenze tra musulmani e islamisti. Nel ventennio successivo all’indipendenza di quei paesi, ci siamo sentiti ripetere che l’islam è un tutt’uno: religione e Stato. Svuotando con metodo le teste a scuola, si sono spalancate le porte all’oscurantismo che si è insinuato senza fatica nelle menti. Oggi si raccoglie quello che si è seminato. Adesso occorre “de-islamizzare” le menti, ridiscutere l’illusione dello “Stato islamico idealizzato” ficcata nella testa della maggioranza dei mussulmani; è l’unica soluzione, senza la quale gli islamisti continueranno a vincere le elezioni e a spingere i paesi in crisi senza fine.

Per lei che cos’è la laicità?

La laicità significa sgomberare la religione dalla sfera pubblica, privatizzarla, come diceva Victor Hugo: “La réligion chez elle, l’Etat chez lui.” Legiferare senza tenere conto di nessuna religione. Il primato dell’essere cittadino. È il credente che deve adattarsi alle istituzioni e non il contrario. Come già succede in Europa. Non c’è nulla di acquisito definitivamente. Le minacce sono esplicite e certi politici e certi personaggi dei media capitolano, non vogliono riconoscere il pericolo che pure si vede a occhio nudo.

L’attualità smentisce tutte le analisi ipocrite che negano la realtà dell’islamizzazione radicale in Europa e minimizzano il pericolo religioso. Nel complesso aveva ragione Samuel Huntington: sono solo gli ottimisti di professione che non vogliono vedere questa guerra religiosa. Attraverso i suoi portavoce e attivisti, l’islam predica la guerra legittima, la jihad, con l’obiettivo di islamizzare il mondo intero. Anche gli evangelisti spingono verso la guerra santa. Questo nuovo “equilibrio del terrore” potrebbe forse conservare la pace!


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