Per la Bundesbank tedesca e per il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble della Grecia non ci si può ancora fidare. Il cuore, non solo geografico, dell’Unione europea ritiene insoddisfacenti i passi avanti di Atene, schiacciata da una povertà crescente e costretta ad ondate di licenziamenti pubblici e a continui aumenti delle tasse pur di rispettare gli obiettivi imposti dalla Troika con i suoi salvataggi. Ma a calmare le acque è stavolta la Bce di Mario Draghi.
Mentre la Germania si concentra sulla possibilità di nuovi aiuti economici al Paese, a placare la speculazione dei mercati da un lato e l’insofferenza della popolazione dall’altro sono infatti sia la Bce che il governo greco. Con l’equivalenza ben stampata in mente tra aiuti internazionali e misure stile “lacrime e sangue”, la Grecia che di lacrime non ne ha più preferisce allontanare ogni ipotesi di salvataggio. Meglio una ripresa lontana che lo zampino della Troika tra gli scavi del Partenone, simbolo di una ricchezza che fa solo rimpiangere il passato.
Le dichiarazioni di Schäuble
Schäuble ha affermato che la Grecia avrà bisogno di aiuti internazionali anche dopo il 2014. Né il Ministero né il partito conservatore della Cdu, in cui milita il ministro delle Finanze tedesco, hanno confermato le affermazioni, che contrastano con il riserbo fin qui espresso dal governo di Berlino, specie in periodo di campagna elettorale sull’eventuale proroga degli aiuti ad Atene. L’attuale programma terminerà infatti l’anno prossimo e la posizione ufficiale di Berlino era stata quella di attendere che la questione venisse discussa alla fine del 2014 o all’inizio del 2015 prima di prendere posizione, pur non escludendo alcuna ipotesi.
“La condanna a morte” della Bundesbank
Due settimane fa il settimanale Der Spiegel aveva pubblicato un memorandum della Bundesbank nel quale si definiva “inevitabile” un terzo piano di aiuti, giudicando “appena soddisfacenti” i risultati ottenuti da Atene nell’applicazione delle riforme.
La prudenza della cancelliera Merkel
Più cauta Angela Merkel. Il cancelliere tedesco ha dichiarato che nessuna decisione verrà adottata in merito a un nuovo programma di aiuti alla Grecia prima dell’anno prossimo, invitando Atene a “proseguire lungo la strada” delle riforme. “Non posso dire oggi quali somme saranno nel caso necessarie, lo potremo sapere solo l’anno prossimo”, ha spiegato Merkel intervistata dall’emittente televisiva Sat1 e correggendo quindi il tiro rispetto alle dichiarazioni rese dal suo ministro Schäuble.
Il tentativo della Bce far rientrare la questione
Ma il dibattito esce ancor più minimizzato dalle stanze dell’Eurotower. “L’Europa potrà prendere in considerazione l’ipotesi di una “assistenza supplementare” alla Grecia solo nel momento in cui Atene avrà prodotto un avanzo primario di bilancio (avanzo finanziario al netto degli interessi sul debito)”, ha affermato Joerg Asmussen, membro del board della Banca Centrale Europea, pur confermando che la questione di un nuovo piano di aiuti non è stata affrontata nel corso dei colloqui fra il governo greco e i rappresentanti della Bce.
Le accuse della stampa greca e di Syriza
Ma la portata dei commenti di Schauble, sottolinea Reuters, è stata minimizzata anche dalla stampa greca, e soprattutto dall’opposizione anti-bailout che teme che un nuovo aiuto sia accompagnato da un altro round di misure d’austerità, che il Paese non sembra più in grado di reggere. “Schauble minaccia nuovi aiuti”, ha scritto il quotidiano di sinistra Efimerida ton Syntakton in prima pagina, vicino ad una foto del superministro tedesco con il volto severo. “Ammettono di aver sbagliato e ora vogliono salvarci ancora”, ha proseguito il giornale greco.
Panos Skouletis, portavoce del partito d’opposizione Syriza, ha dichiarato che “contrariamente alle recenti trattative per un’eventuale svalutazione del debito, si torna sulla vecchia strada, con la stessa ricetta – che non ha fatto che aggravare la recessione – e rendendo la Grecia una colonia del debito”.
Le alternative a nuovi aiuti della Troika
Esponenti del governo greco hanno suggerito che eventuali carenze di finanziamento, con scarsi acquisti alle aste di titoli pubblici, potrebbero essere compensate da una combinazione di nuovi piani di salvataggio con misure di supporto al debito come il prolungamento delle scadenze dei titoli o con un taglio degli interessi, come già annunciato con una decisione europea lo scorso anno.
I prossimi appuntamenti ad Atene
Gli esponenti della Troika composta da Ue, Bce e Fmi, torneranno ad Atene in autunno per riesaminare la sostenibilità del debito greco e per verificare se il governo abbia o meno bisogno di ulteriori risparmi per centrare i suoi obiettivi di budget per il biennio 2015-2016. I progressi sulle riforme nel Paese, stretto dalla recessione, sono stati irregolari. Le entrate fiscali continuano a non rispettare le attese e l’economia greca ha mostrato con difficoltà qualche segno di miglioramento dopo essere crollata di circa il 25% dal picco di sei anni fa, soprattutto a causa delle politiche di austerity imposte come contropartita per i due salvataggi.