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Il Brasile risponde al balletto della Fed a suon di dollari e derivati

Dopo la pubblicazione dei verbali della sua riunione di luglio, che ha mostrato una Fed spaccata e intenzionata comunque a breve a tirare i cordoni della borsa, riducendo il suo piano di stimolo mensile miliardario, oggi è arrivata la contromossa del Brasile. E non è un caso che sia stato proprio il Paese guidato da Dilma Rousseff a muoversi per primo con decisione, così come, per primo, aveva attaccato il governatore americano Ben Bernanke per il suo dinamismo che rischiava di squilibrare Brasilia inondandola di capitali.

L’intervento nel mercato dei derivati

La fuga di capitali verso l’America che rinvigorisce il dollaro e abbatte il real è ancora più pesante nel Brasile che cresce, certo, ma a fatica, e che, sempre a fatica, riesce a contenere la rabbia e l’insoddisfazione sociale. E così la banca centrale del Brasile ha annunciato di essere pronta a utilizzare altri 55 miliardi di dollari per rafforzare il real, attraverso le cosiddette operazioni swap. In pratica offrirà dollari sui mercati dei future con l’impegno a riacquistarli entro un certo periodo di tempo, indipendentemente dal loro valore futuro. Sostanzialmente le autorità brasiliane scommettono contro il dollaro per aiutare il real, offrendo 500 milioni di dollari al giorno e un miliardo di dollari ogni venerdì.

La svalutazione del real

La banca centrale brasiliana ha già offerto in questo modo 45 miliardi di dollari e intende mettere sul tavolo altri 55 miliardi di dollari entro fine anno. I 100 miliardi di dollari di munizioni sparate sul mercato dei cambi equivalgono un quarto delle riserve valutarie del Brasile, ma dall’inizio dell’anno il real ha perso il 18,5%, nell’ambito di un indebolimento generalizzato delle monete dei paesi emergenti, legato ai timori del tapering.

L’annullamento della partecipazione brasiliana a Jackson Hole 

La decisione brasiliana, sottolinea il Telegraph, è arrivata dopo un meeting d’emergenza tra la presidente Dilma Rousseff e gli economisti di governo. Il governatore della Banca centrale Alexandre Tombini ha annullato il suo viaggio al tradizionale appuntamento di Jackson Hole, nel  Wyoming, per “monitorare l’attività del mercato”. Rompendo con una tradizione durata cinque lustri, è stato anche Bernanke a declinare l’invito “impegni personali”. In quello che sarebbe stato il suo ultimo vertice (il suo mandato scade a gennaio) partecipa invece Janet Yellen, suo vice e principale candidata alla successione insieme all’ex consigliere economico di Obama, Larry Summers.

I rischi di inflazione 

I mercati emergenti sono stati sconvolti da forti deflussi di capitali, in fuga per anticipare la riduzione dello stimolo monetario della Fed americana, da 85 miliardi di dollari al mese, il cui inizio potrebbe cominciare già a settembre. E ciò li ha fatto scappare anche dal Brasile e dagli altri Emergenti, come India e Cina, indebolendo le loro monete rispetto al dollaro. Questo nuovo problema arriva proprio quando il governo brasiliano sta tentando di controllare l’inflazione evitando che il real si svaluti e allo stesso tempo cercando di stimolare un’economia stagnante nonostante la rapida espansione del credito. Se da un lato un real più debole potrebbe sostenere le esportazioni brasiliane, dall’altro renderebbe più costoso l’import anche di materie prime facendo aumentare i rischi inflativi.

Gli attacchi degli speculatori

Il Brasile ha finora contato sui future per difendere il real, mascherando così un’erosione delle sue riserve da 374 miliardi di dollari. Un tentativo che non è valso comunque a proteggersi davvero dagli speculatori. “Questa mossa mostra la ferma determinazione delle autorità monetarie a mantenere stabile il tasso di cambio”, ha sottolineato il capo economista di Gradual Investiments di São Paulo, Andre Perfeito.

Un’economia in crescita rallentata

Il Brasile, prosegue il Telegraph, ha tagliato le sue stime di crescita al 2,5% dal 3% nel 2013 e a 4 da 4,5% nel 2014. “Il problema è che c’è un cambio strutturale nell’economia mondiale”, ha sottolineato Eduardo Velho, economista alla banca d’affari di Miami Invx Global Partners. “La mossa della banca centrale è una misura importante per ridurre la volatilità e allentare la pressione sul tasso di cambio. Credo che sia una strategia positiva”, ha concluso.


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