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Borse, è partita l’ultima spallata all’euro. La speculazione punta anche sulla Germania debole

Lo spread tra Btp e Bund decennali è ritornato sui valori di 250 punti base. Il premio per il rischio sui titoli di Stato non solo si allarga ma cresce anche il costo lordo del debito visto che in un anno il tasso dei Bund è salito dall’1,35 all’1,92%.

Ma non è la crisi politica italiana a muovere la speculazione e gli investitori più aggressivi. Stavolta al centro del loro interesse ci sono le elezioni tedesche ed il quadro confuso che rischia di uscirne.

IL REBUS TEDESCO
Il 22 settembre prossimo la Germania rinnoverà il suo Parlamento. Ma già il 15 settembre la Baviera, il Land più popoloso e ricco, voterà per il suo Parlamento e le novità potrebbero iniziare da Monaco.

La Cancelliera uscente, Angela Merkel, è data in testa e con ampio margine di vantaggio da tutti i sondaggi, ma le elezioni tedesche potrebbero riservare qualche “cigno nero” alla stabilità dell’Eurozona. Il neo partito AfD, Alternative fur Deutschland, guidato dal professore di economia ad Amburgo, Bernd Lucke, da alcuni sondaggi è già dato al 7%. Significa che potrebbe avere una quarantina di deputati al prossimo Bundestag.

L’ALTERNATIVA ANTI-EURO
Si tratta di un partito primizia ma con un programma facile da comunicare: l’euro non è nell’interesse della Germania. La loro campagna elettorale è ben sintetizzata dal manifesto elettorale più visibile per le strade tedesche “L’euro rovina l’Europa. Ed anche noi”. Un partito totalmente anti moneta unica che punta a raccogliere i voti dei molti tedeschi stanchi dei salvataggi a ripetizione dei Paesi mediterranei e dell’incapacità riformista dei casi Italia di turno. Una doppia occasione, elezioni e partito antieuro, che la speculazione non può lasciarsi sfuggire per mettere all’angolo la moneta unica e verificare nei fatti il “whatever it takes” pronunciato tredici mesi fa dal numero uno della Bce, Mario Draghi.

UNA NUOVA SPECULAZIONE
Una finestra migliore, come quella offerta dalle quattro settimane che ci separano dal voto tedesco, hedge fund e fondi non potevano immaginarla. Andare short sui titoli di Stato dei Paesi incapaci di riformarsi e di cambiare passo, per riallargare lo spread con i Bund come nel dopo estate del 2011.

Costringere, nell’emergenza, Italia e Spagna con tutte le polemiche innescate dalla nuova ricaduta delle economie mediterranee ed infiammando così il dibattito della campagna elettorale tedesca per riportarlo proprio laddove l’AfD ha costruito il suo programma: esiste un interesse tedesco alla preservazione dell’euro? Così, la campagna elettorale tedesca, con Italia e Spagna in balia della speculazione, cambierebbe inevitabilmente traiettoria.

MERKEL SPALLE AL MURO
La Merkel, poi, se come pare probabile non avrà una maggioranza assoluta con gli alleati liberali della Fdp, sarebbe costretta ad assumere impegni solenni che mai le tasse tedesche saranno “prestate o regalate” alle cicale mediterranee e i voti di tutti i tedeschi, desiderosi di avere una rappresentanza parlamentare decisamente antieuro, finirebbero senza troppi dubbi o remore al partito di Lucke. E se l’AfD, nata da una scissione del partito della Cancelliera e con candidati dal curriculum pesante, superasse di slancio la soglia di sbarramento, allora per la Cdu della Cancelliera cambierebbe radicalmente il contesto di riferimento, mentre l’intransigenza della Bundesbank troverebbe una solida sponda parlamentare.

ATTACCO ALL’EURO
In questo quadro è inevitabile che sia lo spread dei Btp italici l’agnello sacrificale. La crisi di governo rende più facile, forse, le manovre della speculazione, ma il tentativo di attacco finale alla tenuta dell’euro, approfittando delle debolezze tedesche, era comunque nell’ordine delle cose dei mercati settembrini.



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