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Brava Italia, sulla Siria non si sta comportando da Paese zerbino

Per gentile concessione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Pierluigi Magnaschi uscito sul quotidiano Italia Oggi.

Se fosse anche solo per la posizione sull’eventuale partecipazione italiana all’attacco armato alla Siria da parte di Stati Uniti, Inghilterra e Francia, il governo delle larghe intese, considerato sinora (anche da chi scrive) debolissimo, dimostra di essere in grado di operare, in condizioni difficili, nell’interesse del Paese. Ieri, alla trasmissione Radio anch’io (RadioRai1), sia il ministro degli esteri Emma Bonino che il presidente della Commissione esteri del senato, Pier Ferdinando Casini, hanno detto chiaramente che l’Italia non solo non parteciperà agli attacchi alla Siria ma non offrirà nemmeno le sue basi se l’operazione non sarà avallata dall’Onu. Non solo. È stato anche detto che, anche qualora l’Onu desse l’ok (condizione, questa, imprescindibile), l’intervento dell’Italia non sarebbe automatico ma dovrebbe essere sottoposto a valutazioni politiche complessive.

Insomma, contrariamente a ciò che è successo con la guerra alla Libia (dichiarata a freddo e unilateralmente dalla Francia) e alla quale, dopo una resistenza di sole 48 ore, Berlusconi si accodò fornendo, non solo tutte le basi, ma anche i suoi caccia, questa volta l’Italia non si sta comportando come un paese zerbino, che è peraltro una funzione che ha ininterrottamente svolto dalla fine dell’ultimo dopoguerra ad oggi, con la sola eccezione di Bettino Craxi che, a Sigonella, si oppose alle pretese americane minacciando di rispondere con i carabinieri in armi al tentativo di forzare le decisioni dell’esecutivo.

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