E’ chiaro che la cancellazione dell’Imu prima casa per il 2013 e la sua metamorfosi nella cosiddetta “service tax” dal 2014 era una priorità solo dal punto di vista politico per dare al Pdl una bandierina da sventolare e cercare di rafforzare il Governo Letta.
Non si è ripetuto abbastanza che l’Imu, con le agevolazioni attuali (200 euro per tutti e 50 euro a figlio fino a un massimo complessivo di 400 euro) già non veniva pagata dal 25% delle famiglie, presumibilmente le meno abbienti. E che il restante 75% pagava in media 230 euro. Dunque il maggior vantaggio per il 2013 ce l’hanno le famiglie più benestanti, che non hanno certo bisogno del mancato pagamento dell’Imu per aumentare i consumi. Infatti non li aumenteranno, se non in minima parte, e i 4 miliardi che lo Stato spenderà se ne andranno quasi tutti ad incrementare i risparmi: l’esatto contrario di cui ci sarebbe bisogno per agganciare la ripresa. Sarebbe stato molto meglio utilizzare quei 4 miliardi per dare più soldi da spendere ai veri poveri, che la prima casa neppure ce l’hanno. Ma tant’è, anche la politica richiede i suoi totem e i suoi tabù.
C’è poi il tema della Service Tax che dovrebbe sostituire l’Imu prima casa. Se ne sa ancora poco, perché arriverà con la Legge di Stabilità a metà ottobre. Ma da quel che si intravede dovrebbe essere una tassa bifronte, anzi “trifronte”, perché dovrà incorporare un pezzetto di imposta patrimoniale (ex Imu), più la tassa sui servizi divisibili (rifiuti), più quella sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica) erogati dai Comuni. A quel che si capisce, dunque, dovrà essere pagata non solo dai proprietari, ma da chi occupa effettivamente l’alloggio, cioè anche dagli inquilini delle case affittate. Da qui le proteste dell’Unione Inquilini e di alcune associazioni dei consumatori.
Non sarà facile congegnare e far funzionare la Service tax. I proprietari che occupano la prima casa la pagheranno tutta loro, perché sono sia proprietari che inquilini di se stessi. Per le case affittate, sembra di capire che un pezzo di tassa (quella patrimoniale) sarà a carico dei proprietari (che però sullo stesso alloggio dovrebbero già pagare l’Imu seconda o terza casa) e un pezzo (quella sui servizi) toccherà agli inquilini. Per le case sfitte dovrebbe esserci un’Imu maggiorata.
Insomma, la compresenza nella Service tax di una “natura patrimoniale” e di una “natura di tariffa” per i servizi erogati dai Comuni non sembra affatto facile.