La cosa più “divertente”, in questa spirale autocelebrativa tra PD e PDL sull’IMU, è che il Governo ha varato un provvedimento con relative (stiracchiate) coperture per 2,2 miliardi, ma vende come cosa già fatta un intervento pure sulla seconda rata, che porta il totale a 4,4 miliardi, senza la benché minima indicazione sulle coperture, relative agli ulteriori 2,2 miliardi, che dovranno essere trovate in un contesto in cui, per altro, balla pure un altro miliardo tondo per il rinvio dell’aumento IVA dal 21% al 22% in scadenza tra poco più di un mese.
Rinvio che, se non sarà disposto per “sopravvenuta” mancanza di risorse, come per altro già è stato messo in chiaro dal Viceministro all’Economia Stefano Fassina, si trasformerà nell’implicito finanziamento, a spese di tutti i cittadini consumatori, della scelta di togliere l’IMU pure all’ultimo 10% di proprietari con gli immobili di maggior valore catastale.
Tecnicamente parlando, quindi, l’annuncio di ieri del Governo, con la benedizione di PD e PDL, è per ora allo scoperto per 2,2 miliardi e, ciò nonostante, già così rischia con tutta probabilità di mangiarsi il rinvio dell’aumento dell’IVA.
Una scelta, dunque, non solo ancora priva di coperture, ma pure scriteriata in termini di equità sociale e capacità di stimolo sulla crescita.
Tutto sembra dirci che il tempo del rigore è sicuramente alle spalle.
Quello della crescita economica e sociale, fino a quando anteporremo pure le case di maggiore pregio al lavoro, all’impresa e ai consumi di tutti, è da vedere se è di fronte.
Non vi è peraltro da dubitare che il PDL farà comunque fuoco e fiamme per imporre anche quel rinvio dell’aumento dell’IVA che proprio la sua insensatezza sull’IMU ha reso mille volte più complicato: nessuno come il PD è bravo a lasciare agli altri il merito delle cose fatte e intestarsi il demerito di quelle che non si possono fare.
Non si capisce però perché dovremmo accettare questo gioco al massacro anche noi di Scelta Civica, che, in queste settimane e mesi non abbiamo mai voluto un euro in meno di riduzione della pressione fiscale di quanta ne volesse il PDL, prediligendo solo una diversa distribuzione, più confacente ad equità sociale e sostegno all’economia.
La domanda, infatti, ora è: se l’1 ottobre venisse davvero lasciata aumentare l’IVA, perché ci si è già impegnati sull’IMU tutto e più di quello che per ora era disponibile per questi primi interventi di alleggerimento della pressione fiscale, quale sarebbe il senso per un movimento come Scelta Civica di rimanere in una maggioranza che, in una partita così politicamente ed economicamente rilevante, ha sostituito le larghe intese per il Paese con gli ampi compromessi di due partiti?
Enrico Zanetti
Responsabile politiche fiscali Scelta Civica