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Imu e non solo, il lavorìo sibillino e incerto di Saccomanni

Ieri sera Maurizio Gasparri ha cinguettato: “Confermata l’irrilevanza di @FabSaccomanni”. Troppo perfido e cattivo? Di sicuro il lavoro dei ministri dell’Economia, con i conti pubblici italiani ingabbiati dal moralismo teutonico, non lasciano molto spazio a troppe fantasie (per fortuna, si potrebbe anche dire…).

Ma le parole e le opere di Fabrizio Saccomanni, da quando ha lasciato la direzione generale della Banca d’Italia per andare al Tesoro raccogliendo l’eredità di Vittorio Grilli, non hanno eccessivamente brillato. E non perché l’ex dg di Palazzo Koch non si sia profuso in interviste e dichiarazioni (e quando l’ha fatto gli eccessi sibillini sono stati notati e non apprezzati).

La cautela saccomanniana non è stata del tutto rispettata quando in un’intervista alla tv di Bloomberg il titolare dell’Economia aveva accennato a potenziali vendite di azioni di società a partecipazione pubblica anche quotate, salvo poi precisare-rettificare. Una materia delicata, le privatizzazioni e in particolare quelle che potrebbero riguardare aziende quotate come Eni, Enel e Finmeccanica, che meritava un sovrappiù di attenzioni.

Ma il tweet dell’ex ministro del Pdl, Gasparri, forse si riferiva all’abrogazione dell’Imu sulla prima casa, anche se il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, ha tenuto a precisare che l’imposta sulla prima casa resterà ma sarà inglobata nella Service Tax (spiegata dal governo per sommi capi in questa nota sul sito della presidenza del Consiglio suscitando molti interrogativi).

Saccomanni, sia quando stava in Bankitalia sia da ministro dell’Economia (e lo testimoniano dozzine di documenti della Banca centrale e le dichiarazioni recenti di Saccomanni) aveva le idee chiare: l’Imu sulla prima casa esiste pressocché in tutti i Paesi, certificava e ribadiva Bankitalia, e l’abolizione favorirebbe i più abbienti, si sibiliva fino a qualche giorno fa dal Tesoro come attestato anche da studi del Nens, l’istituto di ricerche fondato da Vincenzo Visco e Pierluigi Bersani.

Ma di queste considerazioni non vi era traccia nell’intervento tenuto ieri sera da Saccomanni nel corso della conferenza stampa, dove è stato relegato a un ruolo di secondo piano anche se si è lanciato in affermazioni come quella che i provvedimenti approvati dall’esecutivo puntano alla crescita e valgono due punti percentuali di Pil. Accipicchia.

Si vedrà se i risultati corrisponderanno agli annunci e alle intenzioni. Di sicuro in un caso recente gli obiettivi strombazzati e i risultati non sono stati coincidenti. Il caso è quello del metodo sbandierato per le nomine pubbliche che sarebbero state sottoposte, in base agli annunci del ministro dell’Economia, al vaglio e alla cura dei cacciatori di teste. Una procedura innovativa quanto controversa, come abbiamo criticato da Formiche.net, ma che non è stata rispettata, ha certificato il giornalista Stefano Sansonetti.

Di certo Saccomanni non è irrilevante, come ghigna Gasparri, ma si attendono dal ministro dell’Economia atti rilevanti oltre a parziali coperture a babbo morto come quelle sull’Imu cassata…


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