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Ecco i no di Napolitano che fanno imbufalire Berlusconi

Nel giorno del primo passaggio formale sulla decadenza di Silvio Berlusconi, oggi infatti si tiene la riunione dell’ufficio di presidenza per determinare tempi e modi della discussione, gli animi si scaldano. E nel continuo gioco di ruoli tra falchi e colombe che agita il Pdl, ora nel partito sembra prevalere la linea dura, salvo smentite.

Una durezza dimostrata ieri dalle parole di Angelino Alfano e Renato Schifani forse dettata dai tanti no ricevuti alle altrettante vie d’uscita ipotizzate per il Cavaliere. Ma il no che pesa di più sulle sorti del leader Pdl è quello che sembra pronunciare Giorgio Napolitano. Già nella sua nota ferragostana sul caso, il capo dello Stato aveva prefigurato pochissimi spazi di manovra per Berlusconi. E nonostante le indiscrezioni aperturiste ipotizzate da alcuni quotidiani, la posizione del Colle appare in realtà quella tracciata dall’amico ed ex compagno di partito Emanuele Macaluso sul Sole 24 Ore e sul Fatto Quotidiano: di fronte a una sentenza definitiva della Cassazione, Berlusconi non può che prenderne atto e uscire di scena.

Così agli ambasciatori del Pdl che cercano un appoggio quirinalizio, l’ultimo Gianni Letta che dovrebbe salire al Colle oggi, il presidente della Repubblica continua a ripetere i suoi paletti, ricordati oggi da Repubblica:

1. Il Cavaliere per chiedere la grazia deve accettare la condanna e quindi l’inevitabile passo indietro dalla politica attiva;

2. La grazia non può essere concessa in anticipo ma la condanna deve iniziare a essere espiata;

3. La grazia riguarda la pena principale, non quella accessoria e cioè l’interdizione dai pubblici uffici.

Condizioni che ovviamente fanno imbufalire Berlusconi e il Pdl, tornato falco. Fino a nuovo ordine.


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