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Lo sapete che Michelle Obama è contro Obama sulla Siria?

E’ finito il “silenzio assordante” di Hillary Clinton, probabile candidata presidenziale per i democratici alla successione di Obama nel 2016. Nel discorso di ieri sulla Siria l’ex capo della diplomazia americana ha lanciato un forte appoggio all’ipotesi dell’attacco come riporta Politico.

Se anche Huffington Post sottolinea come la Clinton consideri positivamente la proposta russo-americana di mettere sotto controllo le armi chimiche siriane, è chiaro però che i termini del discorso sono molto cauti, i paletti (anche temporali) stretti e i termini comunque particolarmente aggressivi verso la Russia.

Durante la crisi libica la stampa si sbizzarrì a individuare in Hillary Clinton, Samantha Power e Susan Rice le “tre amazzoni” che avrebbero spinto un recalcitrante Presidente-premio Nobel per la Pace ad intervenire contro Gheddafi. All’epoca non mancarono le esplicite celebrazioni del ruolo delle donne nella preparazione e nell’attuazione delle azioni di guerra come inequivocabile segno del progresso sociale dell’Occidente.

Oggi lo scenario si ripete con Samantha Power, neoambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, tra i “falchi” a favore di un intervento giudicato da lei “legittimo, necessario e proporzionato” anche se fuori dal contesto legale internazionale ufficiale (Onu) a causa dell’opposizione russa. Anche Susan Rice, neoconsigliera per la sicurezza di Obama, rientra nello schieramento che denuncia l’atteggiamento di Mosca come irresponsabile, con parole così dure da far pensare al peggio per l’ipotesi di mediazione Kerry-Lavrov.

Non fa parte delle “amazzoni” la più potente donna d’Europa, Angela Merkel, che per il suo ritardo nell’allinearsi al fronte pro-guerra è rimproverata oggi da Le Monde, che titola in prima pagina “Le ambiguità della cancelliera”. Anche due anni fa la Merkel fu rimbrottata dagli alleati europei belligeranti in Libia per la germanica “miopia” di non voler partecipare allo sforzo per liberare i Libici dalla dittatura e garantire così al Paese africano un luminoso futuro di democrazia.

A sorpresa poi, e poco ripresa dalla stampa, è giunta ieri l’ammissione di Barack Obama che la moglie Michelle è contraria all’intervento. Chissà se il consiglio di una persona così vicina al Comandante in capo basterà a fermare la macchina della guerra.



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