Dopo sei interviste diverse concesse alle reti televisive più importanti degli Stati Uniti, il presidente Barack Obama si è rivolto ancora una volta alla Nazione ieri in un discorso in prima serata. Obama ha parlato dalla Casa Bianca per 15 minuti e ha insistito sulla necessità di reagire contro il regime di Assad e l’attacco chimico del 21 agosto.
Crimini contro l’umanità
“Quella terribile sera il mondo ha visto attraverso dettagli raccapriccianti la natura terribile delle armi chimiche e la schiacciante maggioranza della popolazione ha dichiarato che una cosa simile è un crimine contro l’umanità e una violazione delle leggi di guerra”, ha detto il presidente, descrivendo immagini cruente.
“L’obiettivo dell’attacco sarebbe quello di dissuadere Assad dall’usare armi chimiche… ma non ci saranno truppe americane sul terreno”, ha detto Obama, nel tentativo di rassicurare la popolazione: la Siria non sarà un altro Afghanistan. “Il Paese è stanco di guerre”, ha aggiunto Obama.
L’abbandono del Congresso
Obama ha detto di aver chiesto al Congresso di rimandare il voto sull’intervento in Siria e di aspettare l’esito delle trattative all’Onu. Ha dichiarato l’intenzione di perseguire ogni strada diplomatica per rimuovere l’arsenale di armi chimiche siriane, ma ha anche ribadito di aver dato disposizione “perché l’esercito americano sia in grado di intervenire nel caso questa strada diplomatica fallisca”.
La proposta russa
“È troppo presto per dire quanto la proposta russa avrà successo, ma potrebbe consentire di eliminare le armi chimiche senza un intervento militare”, ha detto Obama. Nessun accenno su quanto tempo è rimasto prima di tornare all’uso della forza.
Il suggerimento del ministro degli Affari esteri russo ha avuto anche un effetto sulle dinamiche interne degli Stati Uniti. Alcuni senatori hanno scritto una bozza di risoluzione che dà il via libera all’intervento militare, ma lo sospende nel caso la Siria metta le sue armi chimiche sotto il controllo dell’Onu. Così la vicenda siriana ha confermato quanto è Obama sia politicamente solo in questo momento.
La versione di Letta
“Restiamo convinti che nessuna parte sarebbe in grado di prevalere né di stabilizzare il Paese… la soluzione politica negoziata è l’unica soluzione praticabile per la regione”. Sono le parole del presidente del Consiglio, Enrico Letta, a Montecitorio durante una discussione sulla crisi siriana.
Secondo Letta l’Italia continuerà “a sostenere la convocazione della conferenza di Ginevra 2 come abbiamo spinto in tutte le sedi fino ad ora, una conferenza urgente e indispensabile perché il dramma siriano assume sempre più i connotati di una guerra per procura, è necessario che tutti gli attori accettino di disinnescare i combattimenti”.
Ma ha aggiunto: “Non voglio farmi illusioni. La strada diplomatica resta in salita e per conquistare consistenza sono necessarie garanzie e verifica, si tratta di una strada da battere con determinazione e buona volontà ma che rispetta gli auspici dell’Italia”.
La posizione della Bonino
A un intervento militare limitato e con obiettivi mirati al quale si è riferito ieri sera il presidente Obama, il ministro degli Affari esteri Emma Bonino ha detto che non crede l’Italia possa aderire. In mancanza di una delibera del Consiglio di sicurezza dell’Onu, “questa è la linea che abbiamo sempre tenuto ed è la linea che dobbiamo assolutamente confermare” ha concluso la titolare della Farnesina.