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“One woman to rule them all”, aspettando le elezioni tedesche 2013

Il giorno dell’elezioni tedesche si sta avvicinando e così iniziano a proliferare pronostici e scenari, specialmente da parte della stampa e dei commentatori stranieri. In Germania, infatti, la situazione è piuttosto tranquilla.

Il feticismo dei sondaggi, quello che a mio avviso è caratteristico degli italiani sotto elezioni, è una pratica inesistente in Germania. I giornali pubblicano certamente commenti e sondaggi aggiornati, ma il modo di vivere il tutto è molto pacato e misurato.

Oggi The Economist, per esempio, ha titolato “one woman to rule them all” riferendosi naturalmente ad Angela Merkel e agli altri Paesi europei. Nell’articolo dedicato alle elezioni tedesche si descrive Angela Merkel come la leader che rispetto a tutti gli altri, Obama, Cameron ed Hollande, non ha perso consenso in modo eclatante e anzi sembra mantenere il timone ben saldo. In effetti, come abbiamo visto nei precedenti interventi, anche se le distanze tra SPD e CDU si stanno accorciando, Frau Merkel resta la preferita dalla maggioranza degli elettori.

Questo scenario, tuttavia, non è così definito in tutta la Germania. La CDU, infatti, è molto forte soprattutto grazie al supporto della CSU in Baviera, dove sta ad oltre il 50% dei consensi. La capitale federale, Berlino, è una bella eccezione. Sul Berliner Morgenpost di questa mattina, infatti, è uscito uno speciale dedicato alle elezioni a Berlino in cui si legge che la “SPD” ha vinto con dieci giorni di anticipo rispetto alle elezioni.

Berlino è una città che da tempo è amministrata dalla SPD, sembra scontato che anche a questo giro il partito rosso vincerà. Non vanno male nemmeno i Die Linke, come del resto in tutta la ex DDR. Quindi, proprio in virtù della storia di questa parte della Germania, la CDU non ha un grande successo.

Ciò che dovrebbe indurre a riflettere, invece, tanto in Italia quanto qua in Germania, ma anche in altri Paesi occidentali (e non solo), è il crescere della componente di indecisi o di delusi, coloro che non andranno a votare.

Su un articolo di Die Zeit, apparso qualche giorno fa, è stata realizzata una piccola indagine esplorativa con 48 importanti intellettuali tedeschi, tra cui Jürgen Habermas. Ebbene, tra gli intellettuali il 58,3% non ha dato alcuna preferenza, il 6,3% si è pronunciato per i Die Linke, l’8,3% per la CDU, il 12,5% per i Die Grünen, e il 16,6% per la SPD.

Va da sé che il sondaggio non ha alcun valore né statistico né “politico”, tuttavia è preoccupante che proprio tra gli intellettuali “la non scelta” sia l’opzione preferita.

La Germania è ancora una potenza economica stabile, la prima in Europa. Angela Merkel con molta probabilità guiderà ancora la nazione, magari con un’alleanza con la SPD, tuttavia, il vero problema delle moderne democrazie, oggi, è il venire meno della “legittimazione” popolare. Meno persone partecipano alle elezioni, meno rappresentativo è il ruolo di colui o colei che ne esce vincitore.

Che legittimità ha un politico se viene scelto dalla minoranza degli aventi diritto di voto? Se le percentuali del sondaggio di Die Zeit fossero specchio della realtà, avremmo che la maggioranza degli elettori non sceglierebbe nessuno.

Nel frattempom Frau Merkel domina la scena, ostenta sicurezza e il 22 settembre, a meno che no nsi verifichi un imprevisto, verrà riconfermata.

Stiamo a guardare.

 


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