Oggi l’Italia è davanti a due grandi sfide: una tecnologica e l’altra politica. Il recupero della nave Costa Concordia ha molti tratti in comune con il voto al Senato sulla decadenza dell’ex premier Silvio Berlusconi.
Da una parte si tratta di far riemergere una nave di 45mila tonnellate per riportarla tra un anno nel porto dove sarà smantellata. Dall’altra, si tratta di porre fine alla carriera politica di un uomo che è stato al potere per 20 anni e che ha segnato il contrasto permanente dell’elettorato. Secondo un articolo del quotidiano francese Le Monde, dal successo di questi eventi dipende in gran parte l’immagine internazionale dell’Italia .
Procedure inedite
“Sono tutte e due procedure inedite. Da un lato, non è mai successo che si provasse a recuperare una nave così grande: 289 metri di lunghezza per 35 di larghezza. Dall’altro, bisogna applicare la “legge Severino”, votata alla fine del 2012 e mai applicata fino a oggi, in base alla quale chi deve scontare una condanna superiore ai due anni di carcere non può fare il parlamentare”, ha scritto il corrispondente da Roma di Le Monde, Phillippe Ridet.
I rischi
In entrambi i casi i rischi sono enormi. Come ricorda il giornalista, se la nave si dovesse spezzare, l’inquinamento danneggerebbe l’arcipelago della Toscana. Invece, “se i senatori dovessero votare contro la decadenza di Berlusconi da senatore, l’Italia sarebbe ancora una volta indicata come una “anomalia” dove i politici possono evitare il rigore delle leggi che non hanno votato. Se dovessero mettere fine alla carriera politica di Berlusconi si esporrebbero alla sua minaccia di far cadere il governo con il rischio di far piombare il Paese in una nuova fase d’instabilità”, ha scritto Ridet.
E conclude: “Facciamo un sogno: entro un anno la Costa Concordia farà il suo ultimo pericoloso viaggio e Silvio Berlusconi sarà costretto ad andare in pensione. L’Italia se lo merita”.