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Perché le elezioni tedesche possono cambiare l’Europa. L’opinione di Gramaglia

Il numero di simpatizzanti dell’Unione democratica cristiana della cancelliera Angela Merkel è alto, ma quello dei suoi alleati al governo, i liberali del Fdp, è molto più basso  rispetto a quattro anni fa. La prospettiva di perdere sostegno è il retrogusto che i risultati delle elezioni di domenica scorsa in Baviera ha lasciato alla Merkel. Se questo scenario si ripetesse il 22 settembre, sarà costretta a un’alleanza con l’Spd, come nel 2005 e nel 2009.

In una conversazione con Formiche.net, Giampiero Gramaglia, giornalista, già direttore dell’Ansa, ora a EurActiv.it e consigliere per la comunicazione dell’Istituto Affari Internazionali, ha detto che il nuovo governo tedesco sarà sicuramente una coalizione e tutti sono convinti che una volta insediato, “l’Unione europea potrà riprendere l’esame dei temi attualmente “congelati”, per “caldi” che siano: crescita, lavoro, Unione bancaria”.

L’analista prova a ragionare a ciò che accadrà nell’Ue dopo il voto tedesco. “Certo è che nessuno s’illude che gli ostacoli siano spazzati via dalla consultazione: la Corte di Karksruhe, gli “ermellini rossi” della suprema magistratura, hanno ancora la loro da dire sulle tappe dell’integrazione”, ha spiegato Gramaglia.

La coalizione che verrà
Il Washington Post, invece, ha pubblicato un’infografica in cui l’abbinamento di colori, a seconda della corrente politica, esplora tutti i possibili governi di coalizione.

“L’opzione più probabile, alla luce dei sondaggi e dell’esito del voto di domenica in Baviera, è che la Merkel vinca e s’appresti a governare la Germania per la terza legislatura consecutiva”, ha detto Gramaglia. “L’Europa si aspetta una Merkel più flessibile sulla crescita e meno rigida sul rigore”.

Ma la vittoria della cancelliera non sarà facile: i sondaggi non contemplano che la Merkel possa governare da sola e si pensa almeno a due possibili coalizioni: “la conferma dell’alleanza con i liberali; oppure, il ritorno a una “grande coalizione” con i socialdemocratici. In entrambi i casi, il dossier dell’Unione bancaria potrebbe essere completato entro fine anno. E la Germania di Merkel III potrebbe essere un po’ meno riluttante ad assumere un ruolo egemone in Europa, rispetto agli ultimi anni”, ha detto il giornalista.

Nuovi linguaggi
Secondo Gramaglia, se cambiasse la coalizione e tornassero al governo i socialdemocratici, il linguaggio europeo della Germania potrebbe avvicinarsi a quello di Francia, Spagna, Italia. Con particolare attenzione alla crescita e all’occupazione più che su rigore e tagli.

“Su tutto ciò pesa l’incognita euro-scettica: a destra e a sinistra, sono in lizza movimenti freddi, se non ostili, all’integrazione europea. Un loro successo potrebbe condizionare la coalizione tedesca prossima ventura, quale che essa sia”, ha concluso Gramaglia.



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