Ovviamente si può ridere, sorridere e sghignazzare nel vedere o rivedere il videomessaggio di Silvio “Mao” Berlusconi. Però è bene non sottovalutare le trovate più o meno geniali del Cavaliere di Arcore.
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È lecito chiedersi l’effetto che l’ennesima sortita catodica di Berlusconi avrà sul governo Letta: c’è chi intravvede nubi in arrivo sull’esecutivo delle larghe intese e chi ne prevede un futuro radioso.
Chi però pensa che l’ex premier si sia definitivamente pitonizzato sposando le tesi ultrà di falchi e falchetti del Pdl forse resterà deluso: certo, Berlusconi ha affossato definitivamente il Pdl, ha riesumato Forza Italia, ha rilanciato gli attacchi alla magistratura e si è riproposto, novello Grillo moderato (o meglio smoderato), come leader seppure senza seggio: “Il seggio parlamentare non fa un leader”, è stata una delle frasi clou. Insomma un repertorio che di sicuro al Colle Giorgio Napolitano non ha apprezzato molto, come ha spiegato Fabrizia Argano.
Dunque, non sottovalutare il Cav, come ha ammonito un esperto e navigato comunicatore come Claudio Velardi intervistato da Michele Pierri, e come ha invitato anche la “zanzara” di nome Giuseppe Cruciani sentito da Francesco De Palo: gli addetti ai lavori sicuramente ritengono per molti versi goffo e pure ripetitivo il video di Berlusconi, ma il “popolo” legge e interpreta in maniera differente i messaggi berlusconiani.
Ma stiamo ai fatti, più che alle labili sensazioni. E un fatto è certamente la riesumazione di Forza Italia e della rivoluzione liberale su economia e giustizia. Sarà stato poco chiaro, come ha sottolineato Marco Taradash a Formiche.net. Però sono le condizioni ad essere diverse rispetto al ’94.
Poco meno di venti anni fa c’erano davvero comunisti, o da poco ex comunisti, che pregustavano una vittoria quasi scontata grazie alla “gioiosa macchina da guerra” occhettiana grazie ai vertici del pentapartito falcidiati dalla mannaia giudiziaria e giustizialista; l’economia tirava, non c’era recessione, e il vento liberale e liberista affascinava imprenditori, contribuenti e professionisti.
E ora? Ora l’antagonista principale di Berlusconi è un ex giovane dc come Matteo Renzi; il fondatore del Pdl e il rifondatore di Forza Italia governa con l’odiata sinistra e appoggia un esecutivo di larghe intese con un premier già vicesegretario della tanto bistrattata sinistra, ovvero il Pd; e la recessione non fa più invocare come venti anni fa libertà e laissez faire ma protezione e sicurezza, con quello che ne consegue su fisco e Stato sociale.
Per di più ricorrere come fa Berlusconi agli stereotipi del liberalismo in materia di giustizia e di liberismo in campo economico significa ammettere implicitamente una sconfitta visto che si è governato per anni e anni. E la tiritera sui piccoli partiti e sui leader piccini che si sono messi di traverso è una favoletta che forse non convince più di tanto.
In attesa dei prossimi passi del berlusconismo, altri movimenti che si riconoscono nel Partito popolare europeo e nella galassia moderata non restino in panciolle ad osservare le evoluzioni di Forza Italia ma considerino la consunzione del Pdl come una sfida da raccogliere.
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COMMENTI E ANALISI
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VIDEO
Tutti i videomessaggi di Berlusconi a cura di Fabrizia Argano