Il New York Times non vuole più parlare di cultura d’élite. Vuole occuparsi di uomini che si incontrano, riflettono, discutono di cultura. E in questo modello rientra perfettamente uno scrittore italiano, Antonio Monda, al quale è stato dedicato un lungo articolo nel numero di venerdì.
Trapiantato a New York, Monda è autore di Il paradiso dei lettori innamorati, L’America non esiste e Assoluzione. È l’anima di uno degli appuntamenti letterari più seguiti ogni estate: Le Conversazioni a Capri. Indimenticabili quelle “conversazione”, quattro anni fa, tra Salman Rushdie e Roberto Saviano o la serata con David Foster Wallace.
Con sua moglie, Jacqueline Greaves, Monda ospita i migliori nomi della cultura americana nel loro appartamento nell’Upper East Side. Scrittori, giornalisti, critici, artisti, pittori, che vengono conquistati dall’accoglienza e dalla cucina italiana.
Il New York Times ricorda che a casa dei Monda sono stati avvistati recentemente Philip Roth, Robert De Niro, Martin Amis, Zadie Smith e anche Jovanotti, “il re barbuto del rap italiano”.
Ma non chiamate “salotto culturale” quello di Antonio Monda, avverta il New York Times. “La parola “salotto” lo fa trasalire. “In Italia dà l’impressione di essere leggero”, ha scritto il quotidiano americano.
Monda, che è docente della Facoltà di cinema e televisione dell’Università di New York, ha detto che il suo è un “laboratorio di idee”. Anche se si fa nel salotto di casa.
In un’intervista telefonica con il NYT, Isabella Rossellini, svela il segreto: “Penso che sia il cibo. Il cibo è lì per tutti. È abbondante. E puoi andare alle feste vestito come ti pare”.